lunedì 21 dicembre 2015

Ecco la Wi-Bike, la bici a pedalata assistita targata Piaggio

Dopo il prototipo dello scorso anno arriva la versione definitiva: interamente progettata e costruita in Italia, è proposta in 4 versioni e ha un motore elettrico con potenza da 250 W-350 W e una coppia di 50 Nm

Quello delle E Bike è un settore strategico e in grande espansione, come abbiamo già scritto. Ed ecco che ora si muovono anche colossi del mondo due ruote come Piaggio, che presenta la sua Wi-Bike.
Interamente progettata e costruita in Italia, la Wi-Bike è un vero concentrato di tecnologia: il display contactless è di fatto un’assicurazione contro il furto, perché rende inutilizzabile la bicicletta una volta rimosso. Grazie alla piattaforma multimediale PMP (Piaggio Multimedia Platform), centralina e smartphone si possono connettere via bluetooth e gestire una serie di utility attraverso varie app, dal navigatore, all’antifurto satellitare alla gestione del mezzo.
Il propulsore elettrico, compatto e posizionato subito dietro il telaio, sopra ai pedali, eroga una potenza di 250-350 W ed una coppia di 50 Nm, mentre la batteria agli ioni di litio da 400 Wh, posizionata sotto la sella, assicura un’autonomia che va dai 60 a 120 chilometri.
La Wi-Bike sarà proposta in quattro versioni: si parte con la Comfort, caratterizzata da prezzo accessibile e facilità di utilizzo, per proseguire con Comfort Plus (caratterizzata da sella e manopole ergonomiche in pelle); Active è la versione dal design più sportivo ed è disponibile con tre soluzioni di cambio: meccanico tradizionale, a variatore ad azione manuale e a variatore a controllo elettronico; Active Plus, infine, rappresenta il top di gamma per quanto riguarda design, allestimenti ed equipaggiamento.
Insomma, una gamma completa per andare incontro alle esigenze di tutti i ciclisti. La Wi-Bike Piaggio dimostra ancora una volta come il settore E Bike sia sempre più strategico e possa rappresentare una soluzione importante anche in ambito turistico.

Con questo numero, la newsletter e il blog Pro-Muoviti vanno in pausa natalizia e vi danno appuntamento a lunedì 10 gennaio. Buone Feste a tutti i lettori.

TripBarometer, i trend del 2016 per i Viaggi svelate da Tripadvisor

Il “Gufo” pubblica le suo previsioni annuali, e questa volta sono buone: numeri in crescita, ritrovato entusiasmo e tariffe su.

Ottimismo da parte degli albergatori, voglia di viaggiare da parte dei turisti. E’ quanto emerge dai 44.000 intervistati in tutto il mondo, 3.000 solo in Italia, da quelli di Tripadvisor per stilare il loro TripBarometer, ovvero le tendenze del 2016 nel settore Travel.
Innanzitutto, un trend che farà piacere a chi gestisce strutture ricettive: un viaggiatore su tre ha dichiarato di voler spendere di più per le sue vacanze nel 2016, perché “ne vale la pena”. Altro dato importante: la maggioranza degli intervistati (ben il 74%), ha dichiarato di voler visitare posti nuovi e fare nuove esperienze. Il fattore costi e tariffe (sia dei voli che delle strutture), gioca ovviamente un ruolo fondamentale come sempre.



Tra i servizi che i viaggiatori considerano ormai indispensabili, svettano l’aria condizionata ed il wi-fi gratuito in camera.



Passando dalla parte degli albergatori, circa la metà ha dichiarato di voler aumentare le tariffe per il 2016. Se per buona parte di essi (65%) la decisione è motivata da un aumento dei costi, una buona fetta (35%) lo farà per rispondere ad un incremento della domanda. Ed in effetti, il 73% degli intervistati si è dichiarato ottimista sul 2016.



Ne consegue che aumenta anche la voglia di investimenti, e tra questi spiccano quelli nella gestione sulla reputazione on line.





lunedì 14 dicembre 2015

ZoomSphere, il super strumento per il social marketing professionale

Sviluppato a Praga da un pool di professionisti, presenta un set di strumenti completo per gestire la presenza aziendale sui social network in maniera integrata

Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Linkedin per il B2B. Star dietro a tutti i social network è un lavoraccio, soprattutto se si cura la presenza on line di una piccola struttura ricettiva o attività turistica, e durante la giornata si ha molto altro da fare. Ma da oggi c’è uno strumento che viene in nostro soccorso: si chiama ZoomSphere.
Con ZoomSphere è innanzitutto possibile gestire i vari account social da una sola dashboard: non c’è limite al numero di account che si possono collegare, e si può scrivere un contenuto e programmarne la pubblicazione ad una determinata ora, in base agli orari di punta dei vari social.
C’è poi un Monitoring, che permette di tenere sott’occhio i post pubblicati ma anche tutto ciò che si dice attorno ad una determinata parola chiave o argomento (o perché no, quello che combinano i nostri competitor).
Non manca ovviamente un buon Analitycs, per monitorare l’andamento dei vari profili, la crescita di visualizzazioni e follower e il numero delle interazioni. Comparison è un interessante strumento che consente di comparare le proprie performance con quelle dei competitor. Report Builder, infine, è il tool attraverso cui costruire i propri report settimanali o mensili scegliendo la forma che più ci piace (grafico a torta, istogramma).

Insomma, uno strumento davvero completo, pensato infatti anche per i professionisti del settore che fanno social media marketing per conto di più aziende, ma che vale la pena provare anche se lo si fa per gestire la presenza on line della propria piccola attività ricettiva o struttura turistica.

Twitter, numeri e consigli per piccole aziende

Uno studio condotto da Search Engine People spiega perché alle piccole strutture conviene essere presenti sul social dei cinguetti

Partiamo dai “freddi” numeri: 33% è la percentuale di utenti Twitter che seguono almeno un brand (in soldoni, oltre 46 milioni di persone); ben 663% è l’aumento percentuale di utenti in cerca di consigli di tipo commerciale negli ultimi due anni; il 67% di coloro che seguono almeno un brand, infine, ne comprerà più probabilmente i prodotti e i servizi.
Bastano queste poche cifre per capire che, oggi, essere su Twitter conviene decisamente, anche a chi gestisce una piccola attività o struttura nel settore turistico o enogastronomico. E’ quanto emerge dallo studio condotto daSearch Engine People, azienda canadese specializzata in SEO e analisi dei comportamenti social.
Ma proseguiamo: il 79% di coloro che seguono un brand su Twitter è propenso a raccomandarlo, ed il 69% è disposto a seguire un brand in base alla raccomandazione di un amico. Chiaro, no? Bene, ma cosa desidera chi segue un brand su Twitter? A dire il vero, un sacco di cose: dal customer service, alle news aziendali, a contenuti esclusivi, fino ovviamente a regali e sconti o promozioni (la maggior parte, a dire il vero).
Quali sono, allora, i consigli per ottenere il massimo dal social dei cinguettii? Innanzitutto, gli hashtag: sono nati qui, sono stati inventati qui, è dimostrato che un tweet che contiene un hashtag appropriato ha molte più chance di ottenere visibilità ed engagement. Meglio ancora se si riesce nell’impresa di coniarne uno efficace, divertente e unico contenente il nome della propria attività. Occhio poi agli orari in cui si twitta, e a farlo nel week end (durante il quale Twitter è più popolato).
Vien da sé che, in caso di commento o risposta da parte di un utente, è fondamentale replicare il prima possibile. Idem in caso di critiche o commenti negativi: in questo caso, è possibile anche ricorrere allo strumento dei messaggi diretti. E’ poi buona cosa sperimentare le varie app accessorie di Twitter, per avere una cassetta degli attrezzi completa e adatta a soddisfare tutte le esigenze di comunicazione: da Medium per gli articoli più lunghi tipo blog, a Vine per i brevi video di sei secondi in stile GIF (che vanno tanto di moda), fino a Periscope per i filmati live con tanto di commenti in tempo reale.

Un ultimo consiglio: non dimenticare di ricambiare il follow verso chi ci segue: è il primo modo per fidelizzarlo.

lunedì 7 dicembre 2015

Facebook, arrivano i live video

Per ora in fase di test, sono la risposta di Zuckerberg al temuto Periscope di Twitter

Chi usa abitualmente Twitter la conoscerà: stiamo parlando di Periscope, la app per girare video e mandarli istantaneamente on line, con tanto di possibilità di vedere i commenti (sotto forma di tweet) di chi sta guardando il filmato, e di interagire con i propri follower rispondendo loro in tempo reale. Un modo di rapportarsi con chi ci segue dannatamente efficace e diretto.
Ebbene, l’idea dev’essere piaciuta anche al neo papà Mark Zuckerberg, dal momento che Facebook ha da poco annunciato i live video. Per ora disponibile in fase beta per alcuni utenti iOS statunitensi, per accedere al nuovo strumento basterà cliccare sul tasto “rec” dal menu per i nuovi post, e mettersi a registrare: il contenuto finirà direttamente on line. Per rendere l’idea a chi non conosce Periscope, è un po’ lo stesso meccanismo dei messaggi vocali di Whatsapp, solo che in questo caso non c’è solo l’audio, ma anche il video.
A dire il vero, il live video erano stati pensati in origine come una app accessoria di Mentions, il tool dedicato alle celebrità che vogliono pubblicare contenuti per i propri fan (per esempio video dai backstage di un concerto). Ma a quanto pare l’idea è piaciuta, e sarà estesa anche ai “comuni mortali” e, presumibilmente, alle pagine.

Quando si inizia la registrazione, il video appare nelle TL di chi ci segue, che possono quindi commentarlo o condividerlo in diretta. Chi sta girando il video legge attraverso la app i commenti e può rispondere subito, parlando nel microfono del dispositivo. Insomma, nulla di più immediato ed efficace per abbattere i filtri con i propri fan, o clienti. A giudicare dal successo avuto da Periscope su Twitter, c’è da scommettere che anche i live video incontreranno i favori degli utenti di Facebook (e delle aziende).

Medium, tutte le novità del “social blog” del momento

Non si arresta la crescita di utenti per la creatura del cofondatore di Twitter Ev
Williams. In arrivo nuovi strumenti per rendere l’esperienza d’uso ancora più cool

Li chiamano “social blog”: piattaforme che offrono le possibilità espressive di un blog (ma meno impegnative da gestire), inserite in un contesto social dove è più facile essere trovati e letti. I due più importanti e più in voga sono al momento Tumblr e Medium. Il secondo, in particolare, ha annunciato  poco tempo fa una serie di novità per diventare ancora più competitivo e accaparrarsi nuovi utenti.
Si parte, neanche a dirlo, dalle applicazioni per il mobile. Quelli di Medium hanno notato che sempre più spesso i loro utenti non solo leggono, ma anche interagiscono e addirittura scrivono articoli utilizzando i propri smartphone o tablet. Ecco allora in arrivo le nuove app per iOS e Android, con tanto di informazioni complete sugli altri iscritti per non perdersi nulla dei propri autori preferiti, e con un aspetto più da social che da blog. Sempre in ottica social va poi il nuovo sistema per menzionare un altro utente all’interno di un testo: è ora possibile infatti inserire direttamente il suo indirizzo Medium (es @nomeutente), e il destinatario riceverà una notifica con la relativa menzione. Esattamente come avviene su Twitter, da cui Medium è nato (il suo creatore è Ev Williams, cofondatore del social dei cinguettii).
Ma le novità più importanti riguardano probabilmente l’editor, ovvero lo strumento che si utilizza per scrivere e formattare i post. Sia dalle app che da mobile, è infatti ora possibile inserire capolettera di maggiori dimensioni rispetto al resto all’inizio dei paragrafi (l’effetto grafico è molto gradevole), e salvarsi i paragrafi che devono ancora subire modifiche per ritrovarli velocemente in seguito (tramite il tasto “To come”); sono stati poi aggiunti nuovi font, nonché modifiche ad hoc per gli schermi più piccoli. In generale, scrivere e pubblicare è diventato più facile, sia da mobile che da pc.
Infine, un‘ultima chicca. A quanto pare, il design semplice, pulito e minimale di Medium piace molto, al punto che diversi gestori di siti hanno chiesto se fosse possibile trasferirvi i propri portali, mantenendo però ovviamente i domini originali (con tanto di permalink). Quelli di Medium si sono detti “perché no”, e oggi, dopo una fase di test, chiunque lo desideri può trasferire il sito della propria struttura su Medium.

Insomma: nato come “social blog”, Medium sta diventando sempre più social e sempre più blog. Perché non provarlo per lo storytelling della propria struttura?

venerdì 4 dicembre 2015

Destinations, lo strumento di Google per pianificare il viaggio da smartphone

Voli, orari, hotel, contatti, informazioni pratiche: il nuovo strumento raccoglie in un’unica interfaccia tutto ciò che serve per pianificare la propria vacanza

Viviamo nell’era mobile, si sa. Ormai il traffico on line a livello mondiale da smartphone e tablet ha superato quello da pc. E nel settore dei viaggi, rispetto all’anno scorso c’è stato un aumento di bel il 50% per quanto riguarda le ricerche, con un tempo medio di permanenza in diminuzione ma un aumento cospicuo dei tassi di conversione: come a dire, chi effettua una ricerca per una vacanza da smartphone ha le idee chiare e vuole trovare soluzioni.
A Mountain View, dove ovviamente hanno ben chiaro tutto questo, hanno capito qualcos’altro: che queste ricerche vengono spesso condotte in diversi momenti della giornata, nei momenti d’attesa, durante gli spostamenti sui mezzi pubblici, ed interrotte per essere riprese più tardi. Un modo di procedere frammentario, spezzato, per spizzichi e bocconi. Ed ecco allora la soluzione definitiva, uno strumento che permetta di raccogliere in una sola schermata del telefono tutto ciò che serve per pianificare la propria vacanza: questo strumento si chiama Destinations.
La peculiarità di Destinations è ben raccontata da Oliver Heckmann, il search engine vice-president del settore travel Google: “Offrire 10 link come risultati di ricerca non basta per dare agli utenti mobile le informazioni di cui hanno bisogno. Pianificare un viaggio significa molto più che prenotare un aereo e un hotel. Il nostro obiettivo è di rendere la pianificazione del viaggio più semplice. Così la gente avrà più tempo per dedicarsi alla scelta e alla fase del sogno.”
La fase del “sogno”, particolarmente potente ed evocativa, sembra avere un ruolo rilevante in Destination, con un’intera area dedicata colma di idee di viaggio organizzate per indice di popolarità e gallerie di immagini e contenuti multimediali (il che ricorda ciò che avveniva già anni fa su I go U go, ora chiuso). Seguono ovviamente la fase della pianificazione, con tanto di calendario per suggerire le date meno costose, e quella della prenotazione, integrata con Google Flight Search e Google Hotel Finder per acquistare direttamente on line tutto ciò che serve.

Destinations è ancora in fase beta (e solo in Inglese), ma Heckmann promette novità e sviluppi presto in arrivo, come la possibilità di combinare prezzo del volo e dell’hotel per calcolare in automatico la combinazione più favorevole. Insomma, le premesse sembrano essere interessanti. Destinations potrebbe dare la spinta definitiva alle ricerche e prenotazioni di viaggi da mobile, il che avrebbe due grosse conseguenze: un notevole guaio per tutti gli attori, spesso giganti globali, che vivono di intermediazioni (dalle OTA ai metamotori di comparazione); e una spinta, per le strutture anche piccole, a ottimizzare la propria presenza on line su mobile, a cominciare da un buon sito responsive.

Instagram, arriva Stibr l’app per professionisti

Permette di gestire fino a 5 account, di monitorare gli analitycs e presto consentirà la programmazione dei post

Dell’importanza di Instagram, che a settembre ha tagliato il traguardo dei 400 milioni di utenti, abbiamo già parlato. Che la presenza sul social delle immagini stile vecchie polaroid sia un fattore importante all’interno del piano di social media marketing, l’abbiamo già ribadito. Ora però c’è un valido motivo in più per ripeterlo, e si chiama Stibr.
Stibr è uno strumento ideato e pensato per chi utilzza Instagram per lavoro: permette innanzitutto di gestire fino a 5 account contemporaneamente, un po’ come Tweetdeck fa per Twitter; dispone poi di funzioni di ricerca avanzate: per hashtag, per utente, per localizzazione; e mette a disposizione dell’utente un set di analitycs davvero completo, articolato su tre pacchetti: Poweruser, Business e Brand, che hanno costi crescenti e dotazioni, ovviamente, in proporzione.
Insomma, tanta carne al fuoco. Ma non finisce qui, perché quelli di Stibr hanno in cantiere altre novità che metteranno prossimamente a disposizione degli utenti. Una su tutte, la possibilità di programmare i post per far sì che vengano pubblicati negli orari più adatti a creare engagement se chi gestisce l’account è impegnato in altro proprio a quell’ora, esattamente com’è possibile fare con le Pagine di Facebook.

Insomma, un set di strumenti davvero completo per utilizzare Instagram in modo professionale. Non ci si può più tirare indietro: occorre dotare la propria struttura di un account sul social delle immagini stile vecchie polaroid.

martedì 1 dicembre 2015

Tripadvisor: tolleranza zero verso i trafficanti di false recensioni

In una lunga lettera rivolta alle strutture presenti sul portale, il fondatore Steve Kaufer annuncia la nuova politica contro chi vende pacchetti di recensioni e le aziende che ne approfittano

“TripAdvisor applica una politica di tolleranza zero verso le frodi”. E’ perentorio Steve Kaufer, fondatore del “Gufo” nel lontano 2000, nella lunga lettera che ha inviato alle strutture presenti sul portale di recensioni. Con chi ce l’ha? E’ sicuramente capitato a chiunque abbia una struttura di ricevere email con proposte di “pacchetti di recensioni” per migliorare la propria reputazione on line, ovviamente a pagamento. Ecco, se ha qualcuno è venuta la tentazione di approfittarne, Kaufer spiega che non è il caso. A finire nel mirino di Tripadvisor non sarà soltanto chi propone la truffa, ma anche le strutture che ne fanno uso: “TripAdvisor intraprenderà le più rigide azioni possibili contro tali società e contro qualsiasi struttura che, collaborando con queste aziende, tenti di alterare i contenuti disponibili su TripAdvisor”, prosegue la lettera.
Il fenomeno è diffuso da anni, ma ciò che colpisce è che i piani alti di TripAdvisor abbiano deciso di parlarne con questi toni: evidentemente, negli ultimi tempi la cosa ha raggiunto dimensioni imponenti. Quelli del Gufo hanno anche istituito un indirizzo a cui è possibile segnalare le proposte di recensioni false ricevute.
Inutile aggiungere che, se anche a qualcuno è venuta la tentazione, non ne vale davvero la pena. La brand reputation è una delle componenti più preziose ed importanti di un’azienda: conviene costruirla attraverso il rapporto quotidiano con i propri clienti.
Qui di seguito, il testo integrale della lettera:

            Gentile proprietario,
le scrivo oggi per spiegarle in che modo il team di TripAdvisor sta affrontando uno dei problemi del nostro settore e per farle sapere come può contribuire a risolverlo. Siamo consapevoli che alcune persone, presentandosi spesso come ipendenti di normali imprese, contattano i proprietari delle strutture nel tentativo di richiedere denaro. Tali soggetti promettono di poter manipolare le classifiche di TripAdvisor e di altre piattaforme di recensioni online tramite l’invio di recension positive e la rimozione di quelle negative. Qualcuno si spinge persino oltre, dichiarando di intrattenere una partnership diretta con TripAdvisor.
Questi gruppi sono conosciuti come “società di ottimizzazione” e le pratiche da esse utilizzate entrano in netta contrapposizione con lo spirito e con i termini di utilizzo del nostro portale, sono immorali e spesso illegali. Riteniamo che queste società di ottimizzazione rappresentino un rischio per i milioni di imprese del settore turistico in tutto il mondo che conducono la loro attività in modo legittimo e onesto. Per evitare qualsiasi fraintendimento, le confermo che nessuna società di ottimizzazione è, e mai sarà, affiliata di TripAdvisor e che la pratica della pubblicazione di contenuti non autentici e non provenienti dai viaggiatori si oppone nettamente ai principi su cui si fonda la nostra azienda. Il nostro team responsabile per l’integrità dei contenuti si impegna a fondo per garantire parità di condizioni per tutte le strutture su TripAdvisor, in modo che competano esclusivamente in base ai servizi offerti ai viaggiatori.
TripAdvisor intraprenderà le più rigide azioni possibili contro tali società e contro qualsiasi struttura che, collaborando con queste aziende, tenti di alterare i contenuti disponibili su TripAdvisor. Non di rado, i proprietari hanno dichiarato di aver usufruito una volta dei servizi di queste aziende e, in seguito, di aver subito tentativi di ricatto, estorsione e frode finanziaria quando hanno cercato di interrompere la collaborazione. Una volta violate le leggi, non si ha più la possibilità di esserne protetti e questi spregiudicati individui, attivi nel settore dell’ottimizzazione, ne sono a conoscenza.
La buona notizia è che siamo molto bravi a individuarli. Il nostro team di indagine utilizza tecniche e strumenti di investigazione avanzati, simili a quelli utilizzati nei settori bancario e finanziario, per individuare l’attività delle società di ottimizzazione di tutto il mondo. TripAdvisor applica una politica di tolleranza zero verso le frodi. Solo nel 2015 abbiamo identificato, indagato e cessato l’attività di oltre 30 siti di ottimizzazione e continueremo a perseguire tali società finché rappresentano un rischio per la nostra community.
Il nostro impegno è incessante perché sappiamo che, come noi, molti proprietari di strutture turistiche desiderano un sistema autentico, che consenta di lavorare in modo equo e giusto. Sappiamo anche che, con il suo aiuto, possiamo diventare ancora più efficienti nel fermare queste attività. Ed è qui che chiediamo la sua collaborazione.
Se è stato contattato da società che le offrono l’opportunità di scalare le posizioni in classifica, che forniscono contenuti o recensioni sul profilo della sua struttura o qualsiasi altra attività che violi le norme di TripAdvisor, la invitiamo a informarci. Qualsiasi informazione fornita, di qualsiasi entità, può essere utile alle nostre indagini. Tutte le segnalazioni, che saranno mantenute riservate, dovranno pervenire al team responsabile dell’integrità dei contenuti, che si occuperà delle indagini. Con il suo aiuto, possiamo continuare a migliorare tutti i servizi offerti da TripAdvisor ai viaggiatori.
Per segnalare una società di ottimizzazione o un contatto da parte di tali aziende, i proprietari possono utilizzare le funzionalità del Centro per i proprietari di TripAdvisor, selezionando “Segnalate la pubblicità fraudolenta” nella scheda di gestione delle recensioni del Pannello di gestione. Inoltre, è possibile segnalare una circostanza simile inviando un’e-mail all’indirizzo fightfraud@tripadvisor.com. Quando segnala i dettagli del contatto da parte di una società di ottimizzazione, la invito a inserire il maggior numero possibile di informazioni e ad allegare eventuali email o richieste ricevute al fine di aiutare il nostro team di indagine incaricato di esaminare tutte le segnalazioni pervenute da parte della community.


Steve Kaufer

BrandMentions, lo specialista della reputazione on line

Molto più accurato di Google Alert, secondo i suoi creatori non gli sfugge nulla ogni qual volta qualcuno parla della nostra azienda on line

Avete presente Google Alert? E’ lo strumento che il gigante di Mountain View ha messo a disposizione dei suoi utenti, privati o imprese, per tenere sotto controllo ciò che si dice on line sul proprio conto, ovvero per monitorare la propria reputazione on line. Argomento delicato e che agita il sonno di chi gestisce la brand reputation della propria impresa, perché spesso ha a che fare con le famigerate recensioni on line, a cui a volte è fondamentale rispondere tempestivamente. Ma il dubbio, ammettiamolo, non se ne è mai andato: sono sicuro che Alert mi abbia detto tutto? Non gli sarà sfuggito qualcosa?
Con BrandMentions, secondo i suoi creatori, potremo dormire sonni tranquilli. «Google Alert non riporta tutte le citazioni - spiega il CEO diBrandMentions, Razvan Gavrilas -. In effetti, segnala solo una piccola parte di ciò che dice la rete, lasciando quasi cieco chi vuole monitorare una marca su internet rispetto a ciò che è veramente detto. BrandMentions è nata per ovviare a questa mancanza: l’incapacità di monitorare accuratamente una marca o una parola chiave così come è riportata dal web».

BrandMentions per ora funziona ad inviti, nel senso che occorre inviare una richiesta ed attendere l’approvazione. Una volta ottenuta, però, si scopre che il tool è semplice e veloce da settare, al pari di Alert. In pochi secondi si possono impostare le parole chiave da tenere sotto controllo e lanciare la ricerca. Insomma, uno strumento in più per monitorare la brand reputation della propria azienda.