giovedì 5 maggio 2016

Instagram rivoluziona il feed, cosa comporta per le aziende

Il social del momento annuncia una rivoluzione in stile Facebook: post non più in ordine cronologico, ma personalizzati da un algoritmo per i singoli utenti. Cosa implica per chi fa social media marketing turistico

“In media, le persone si perdono il 70% dei post sul loro feed Instagram; ciò che cerchiamo di fare è che il 30% che vede, sia il 30% migliore possibile”. Parole e musica di Kevin Systroom, cofondatore e chief executive di Instagram, in un’intervista al New YorkTimes  dello scorso 15 marzo.
Cosa significa? Che l’ordine nel quale i post appaiono sul social delle immagini diventerà simile a quello in vigore ormai da tempo su Facebook: non più cronologico, ma ordinato da un algoritmo che tiene conto degli interessi e del numero di interazioni di ogni singolo utente con coloro che segue (come spiegano gli stessi sviluppatori sul blogufficiale di Instagram .
La rivoluzione annunciata ha provocato una sollevazione popolare tra gli utenti, che tra colpi di hashtag #keepinstagramchronological e petizioni su Change.org stanno implorando i vertici di non abbandonare l’ordine cronologico. In realtà, questi ultimi hanno annunciato che il cambiamento non sarà repentino, bensì introdotto gradualmente e, almeno all’inizio, per un numero limitato di utenti.
La notizia ha gettato nello sconforto anche celebrità e influencer, preoccupati di perdere visibilità. Molti si sono precipitati ad invitare gli utenti ad attivare le notifiche per i loro profili, per far sì che se ne riceva una ogni volta che pubblicano qualcosa. Il problema è che se un utente segue cinquanta profili, e questi in media pubblicano tre post al giorno, significa ritrovarsi intasati da 150 notifiche quotidiane: non il massimo.
Cosa fare, quindi, se si fa social media marketing turistico per la propria attività e non si vuole perdere visibilità su Instagram? Un po’ come avviene su Facebook, conviene fidarsi dell’algoritmo. Che già da tempo, sul social di Zuckerberg, quando si accede dopo un po’ di tempo mostra per primi i post che corrispondono ai nostri interessi, e quelli degli amici con cui interagiamo con maggiore frequenza. Per avere buone chance di apparire in cima ai feed di coloro che ci seguono, dunque, non c’è strada migliore che interessare, incuriosire, stimolare chi ci legge, magari con delle call to action per incentivare le interazioni.

Insomma: l’algoritmo rende il newsfeed un posto meritocratico, quindi chi è più bravo emerge.

Millenials: chi sono e cosa vogliono i nuovi consumatori

Se ne parla sempre più spesso, ma le aziende brancolano ancora nel buio quando si tratta di tracciare un profilo di chi si è affacciato sui mercati globali dal 2000 in poi

Millenials, questi sconosciuti. Stiamo parlando di ragazzi e ragazze che nel 2000 avevano dai 18 anni in giù, che oggi ne hanno quindi tra i 34 e i 22 e che di conseguenza si sono affacciati sui mercati globali, compreso quello turistico, in piena rivoluzione digitale prima, e social poi. Cosa vogliono, queste giovani leve? Cosa cercano? Domande strategiche, perché chi trova la risposta giusta ha in mano i consumatori del futuro, ma a cui le aziende faticano a trovare una risposta. Ora viene in aiuto una mastodontica ricerca (600.000 ragazzi statunitensi coinvolti) condotta da JD Power  che svela diversi tratti salienti.
Innanzitutto, com’è tipico per i ragazzi, i Millenials sono inguaribili ottimisti. Sono consapevoli delle difficoltà dell’economia mondiale odierna, nel trovare lavoro e nell’avere una pensione in futuro, ma nonostante tutto continuano ad avere fiducia nel domani e, di conseguenza, a viaggiare.
In secondo luogo, rispetto ai viaggiatori più attempati sembrano meno preoccupati per la loro privacy. Se c’è da cedere qualche informazione personale per avere sconti o vantaggi, non si fanno troppi problemi (consci evidentemente che l’informativa per la privacy mostrata loro dalla struttura viene in genere rispettata). Questo è ovviamente un vantaggio per le strutture ricettive.
A dispetto della giovane età, inoltre, i Millenials sono meno volubili dei loro genitori. Nel senso che magari non sono semplici da fidelizzare, ma dal momento in cui lo sono tendono a restare fedeli e soprattutto non sono disposti a cambiare di fronte alla prospettiva di qualche euro di risparmio.

Una cosa su cui non transigono, però, è la qualità del servizio. Ritardi, errori ed inefficienze non sono tollerati. Ma ciò che veramente costituisce la chiave per conquistare i Millenials è il rapporto qualità-prezzo: se si ha un buon servizio e lo si vende ad un prezzo competitivo rispetto alla concorrenza, i ragazzi apprezzeranno subito.

lunedì 18 aprile 2016

Google, svelati i fattori del ranking



In una recente intervista, Andrey Lipattsev (Search Quality Senior Strategist di Google), ha rivelato alcuni ingredienti fondamentali della ricetta per il posizionamento

E’ come la ricetta della Coca Cola. Lo si dice per indicare qualcosa la cui composizione resta misteriosa e sconosciuta. E l’algoritmo che determina il ranking di Google rientra a pieno titolo in questa categoria. Almeno, vi rientrava fino a ieri, con i suoi oltre 200 ingredienti segreti. Da oggi, un po’ di meno. In una recente intervista in live streaming organizzata da Web Promo Expert, infatti, Andrey Lipattsev (Search Quality Senior Strategist di Google), è uscito allo scoperto e ha fatto nomi e cognomi. Nel dettaglio, ha parlato di contenuti e link che portano al sito. In quale ordine? Ora non esageriamo, non si può sapere tutto: “non c’è un ordine”, ha risposto Lipattsev.


Il che, sinceramente, non aggiunge più di tanto a quanto già sospettavamo. Piuttosto: e RankBrain che fine ha fatto? Il sistema di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico, volto a superare le parole chiave e favore della ricerca semantica e dei contenuti di qualità, era stato indicato dai guru di Mountain View addirittura come il terzo fattore. Ora che conosciamo i primi due, verrebbe da dire che abbiamo fatto bingo. E invece no, perché nel frattempo RankBrain, pur restando importante, è stato declassato: potrebbe non avere lo stesso peso su tutte le query. Secondo quanto rilasciato da fonti interne a Google, infatti, RankBrain potrebbe avere un impatto sulle query recenti (ad esempio il 15% di query nuove digitate ogni giorno dagli utenti), e caratterizzate dalla coda lunga; ma avere un impatto molto minore, se non nullo, sulle query corte, vecchie e molto digitate. Insomma, RankBrain potrebbe essere il famigerato terzo fattore nelle prime, e non nelle seconde. Sulla questione, così si è espresso Lipattsev: “La questione del terzo posto è fortemente controversa. Prendete le cose con le pinze”.

Instagram, le app per personalizzare le proprie foto



Se i filtri seppia o lo fi ormai sono banali e usati da tutti, queste app forniscono una soluzione per differenziarsi

Sempre più frequentato, sempre più amato, sempre più utilizzato per il social media marketing turistico della propria attività. Instagram è il social network del momento, ma proprio per questo il rischio è di passare inosservati nel mare di foto e hashtag. Una soluzione può essere differenziarsi, fare in modo che i propri scatti siano diversi dagli altri e non usino i soliti, banali filtri. E qui vengono in nostro aiuto app pensate apposta per questo scopo. Vediamone alcune.
Enlight è stata definita da Apple addirittura la migliore app di foto editor all-in-one. Costa 3,99 euro, è disponibile solo per dispositivi iOs ma consente di trasformare i propri scatti in vere e proprie opere d’arte.

Instagram è il social delle immagini, ma spesso le parole possono esprimere quel qualcosa in più che la sola foto. E non intendiamo la banale didascalia, ma proprio parole e frasi aggiunte dentro l’immagine. L’effetto, spesso, è sorprendente. Ecco allora SnapPen, di nuovo riservata a dispositivi iOs e al costo di 0,99 euro.
Sono ovunque. Sono la moda del momento. Sono virali. Parliamo delle gif, le immagini animate da guardare e riguardare in loop. Ecco allora Giphy Cam, sempre per iOs, che trasforma gli scatti in gif accattivanti e pronte a diffondersi a macchia d’olio.
Black, disponibile di nuovo per iOs, è invece dedicata a chi ama il bianco e nero e non si accontenta del solito filtro Moon. Intuitiva e semplice da utilizzare, è gratuita nella sua versione base ma offre feature aggiuntive al costo di 0,99 euro.

giovedì 24 marzo 2016

Ecco Vento, la pista ciclabile di 679 chilometri tra Venezia e Torino

La realizzazione del progetto di cicloturismo, realizzato dal Politecnico di Milano, costa 80 milioni di euro e dà vita alla più lunga pista ciclabile italiana

Ven-To, come Venezia-Torino. Ma anche come brezza, perché il costo totale per la sua realizzazione è così contenuto da essere appunto leggero come la brezza. E’ quanto afferma chi ha realizzato il progetto, ovvero il Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano.
L’obiettivo è dare vita alla più lunga pista ciclabile italiana, nonché una delle più lunghe d’Europa. L’itinerario include Milano e città d’arte come Ferrara e Mantova, oltre ad innumerevoli centri minori ricchi di storia, cultura, bellezze paesaggistiche e tradizioni enogastronomiche. Il ritmo slow del cicloturismo è l’ideale per assaporare le perle nascoste di antiche realtà rurali e delle numerose aree naturali protette presenti lungo il percorso, molte delle quali fluviali.
Secondo il Politecnico, il 15% dell’itinerario è già pedalabile in tutta sicurezza. Un ulteriore 42%, pari a 284 chilometri, lo diventerebbe “con semplici e decisivi cambi di alcune regole d'uso di argini, strade vicinali, sentieri, strade non più o raramente utilizzate”. L’uso ciclabile degli argini è già diffuso lungo l’Adige, nonché lungo fiumi europei quali la Drava, il Danubio, l’Elba. A richiedere interventi importanti sarebbe solo il 21% del percorso, pari a 145 chilometri, per una spesa di 61 milioni di euro che porta il costo totale a 80 milioni: una cifra che, considerata la portata dell’opera, appare davvero “leggera come la brezza”, come affermano al Poli.
Il cicloturismo alimenta economie locali e genera posti di lavoro. Il Germania, sostiene lo studio, dove l’indotto è di 3,9 miliardi all’anno, metà della spesa del cicloturista è per alloggio e ristorazione, con disponibilità a compiere deviazioni fino a 5 chilometri dall’itinerario per raggiungere la meta desiderata, il che genera una fascia di territorio coinvolto davvero ampia. E’ stato calcolato che all’interno di questa fascia, lungo il percorso di Vento, si trovano oltre 6500 attività tra bar e ristoranti, oltre 900 strutture ricettive e 30.500 aziende agricole. Per fare un paragone con altre realtà europee, in Francia gli occupati nel settore cicloturismo sono 16.500, in Austria 7.500.
Di seguito, il video con i rilievi e lo studio di fattibilità.



Le OTA al contrattacco: vietare la rate parity è illegale

Dopo aver presentato ricorso in Francia, ora chiedono al Parlamento italiano di abolire la legge del DDL Concorrenza che la proibisce

Vietare la rate parity è illegale. E’ quanto afferma l’Ettsa, l’associazione europea delle OTA e dei GDS, secondo la quale la legge sarebbe “incompatibile con i Trattati UE e le regole sulla concorrenza dell’Unione europea”, oltre a rendere impossibile operare per i grandi portali on line.
La richiesta ufficiale di abrogare la relativa legge all’interno del DDL Concorrenza è arrivata in seguito all’approvazione del testo alla Camera dell’ottobre 2015, che a sua volta ha seguito la strada maestra tracciata dal Parlamento francese. Non a caso, l’Ettsa ha presentato una richiesta simile anche Oltralpe.
Nel suo comunicato l’Ettsa espone punto per punto le ragioni che l’hanno portata a fare richiesta ufficiale al Parlamento, tra le quali spicca un [la legge] sarebbe “incompatibile con i Trattati UE e le regole sulla concorrenza dell'Unione europea”. Il che sarebbe quantomeno curioso, giacché è lo stesso motivo che ha spinto associazioni dei consumatori, Federalberghi e infine il Parlamento stesso a chiedere l’abolizione della rate parity.

Insomma, non resta che seguire gli sviluppi, anche se questa volta la strada per le OTA sembra essere in salita. Nel frattempo, come abbiamo più volte ribadito, le strutture e le piccole attività possono e devono perseguire la strada maestra della disintermediazione dei rapporti con i clienti, anche e soprattutto mediante un piano di social media marketing turistico strategico.

lunedì 7 marzo 2016

A Casale il convegno “Cicloturismo e sviluppo del territorio”

Si terrà martedì 15 marzo nella cornice della Fiera di San Giuseppe e vi parteciperà Maurizio Vellano che parlerà di Italia Slow

Il titolo è decisamente esplicativo: “Cicloturismo e sviluppo del territorio”. Si tratta del convegno che si terrà martedì 15 marzo a Casale Monferrato, presso la sala conferenze della storica Fiera di San Giuseppe.
Promosso da Fiab Monferrato AmiBici, Associazione aderente alla Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus che conta più di 140 Associazioni sparse in Italia con più di ventimila iscritti, il convegno si svolgerà in due parti: una preserale, dalle 18.30 alle 20.00, dedicata alle testimonianze di viaggi in bicicletta in giro per il mondo, nonché alla bike-economy e all’indotto che può creare. La seconda parte, dalle 21.00 alle 23.00, sarà dedicata ai progetti per lo sviluppo del cicloturismo e alle proposte per la creazione di una maggiore consapevolezza sulle opportunità economiche che tale sviluppo porterebbe al territorio Monferrino. E tra gli altri interventi ci sarà quello di Maurizio Vellano, che parlerà dei portali Italia Slow  e Monferrato Outdoor, nonché delle opportunità offerte dalle Ebike per il cicloturismo.
«Lo slogan che amiamo di più è “PedaliAmo il Monferrato”, quello che vorremmo è che il nostro bel Monferrato diventi sempre più luogo di biciclette», affermano gli organizzatori. Un territorio, il Monferrato, che può offrire diversi livelli di difficoltà cicloturistica; dalle distese pianure delle Terre d’Acqua del Vercellese alle prime dolci colline ai piedi del grande Fiume Po, con la sua vocazione di grande arteria ciclabile, fino agli irti colli verso l’Astigiano o la Valle Cerrina, tra natura e paesaggi incontaminati, un grande patrimonio Unesco assolutamente da valorizzare e da promuovere.
Di seguito, il programma completo dell’evento:

PRIMA PARTE CONVEGNO
18,30 – 20.00
Moderatore Riccardo Revello; Presidente Fiab Monferrato AmiBici
Adalberto Cravero – Ciclo viaggiatore su velocipede a energia fotovoltaica – Sun Trip Expo 2015 Italia-Kazakistan (Milano –Astana) un viaggio di 7.000 km
Matteo Gatto e Renato Scarrone – Gruppo Mtb “ Il Vento Tra le Ruote” Viaggio in bici in Patagonia per solidarietà: testimonianze del cicloturismo estremo”
Monica Deambrosis –Bed & Breakfast “Adele” Occimiano –Albergabici e la recettività del cicloturista
Gianluca Pagella – Ditta Gianaggiusta” Bike working – Inventarsi un lavoro in bicicletta; ciclo officina viaggiante, riparo a domicilio
Davide Gho – Ostello di Alessandria – Dal Cicloturismo al Laboratorio Sociale
Francesco Ferrero – Bike Messenger Milano – In Città la consegna dei pacchi in bici è meglio, ecologica e veloce
Claudio Bagni – Bike Comedy Cycling Club – “La Gravelata” e la “Monsterrato” per il Ciclismo Storico su strade bianche in Monferrato
Alessandra Topi – Bed & Breakfast “Il Cortiletto” Casale MTO – L’ospitalità del Cicloturista a Casale Monferrato
Nell’intervallo tra la prima parte e la seconda parte del Convegno saranno proiettate le immagini del Concorso Fotografico “La Bicicletta in Monferrato” tenutosi il 11 luglio 2015 presso Villa Maria alla Colma di Rosignano, residenza estiva del noto pittore divisionista del ‘800 Angelo Morbelli, Concorso dedicato proprio al figlio del pittore, Alfredo Morbelli.
Il Concorso fotografico prossimo, Promosso da Fiab Monferrato AmiBici in collaborazione con l’Associazione culturale “Amis d’la’ Curma” e il Comune di Rosignano Monferrato, si terrà, per il 2016, il 9 di luglio.
#Nonsolobicicletta!
Alle ore 20.30 Ospiteremo gli amici del Nordic Walking Vallecerrina per un intervento che propone un’altra attrattiva turistica del nostro Monferrato; le escursioni a piedi, di facile accesso a tutti, nello scenario di un territorio ricco di tradizioni rurali e di paesaggi e natura incontaminata.

SECONDA PARTE CONVEGNO: 20.45 – 23.00
Moderatore Massimiliano Francia; Giornalista de “Il Monferrato”
Giorgio Ceccarelli – Coordinatore FIAB Nord Ovest (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) – Prospettive e strategie della Rete Ciclabile del Nord Ovest
Daria Carmi – Assessore Comune di Casale MTO – Visioni Ciclistiche, fra Mobilità e Turismo
Mauro Cattaneo – Assessore Comune di Alessandria – Il Progetto Alessandria, Città delle Biciclette
Andrea Cerrato – Assessore Comune di Asti – Candidatura del Monferrato a European Community of Sport 2017; Cicloturismo e Sport open Air
Giulietta Pagliaccio – Presidente nazionale FIAB Onlus – Cicloturismo; è Economia Bellezza!
Marcella Bono – ATL Alexala – co-responsabile Progetto “Piemonte Ciclabile - Piemonte Ciclabilee turismo in bici in provincia di Alessandria: pedalare insieme
Claudio Ginevro – noto ciclista locale e Fondatore del Casale MTB – Presentazione Guida “Itinerari in Monferrato”
Dario Zocco – Direttore Parco del Po e dell’Orba – Progetto Ven.To. e le Ciclabili del fiume Po
Dario Bertoli – Presidente “Strada del Riso Vercellese di Qualità” – Fascino del cicloturismo suggestivo delle Terre d’Acqua”
Maurizio Vellano – Italia Slow –Monferrato Outdoor – Italia Slow, l’opportunità delle E-Bike per scopi turistici

Giacomo Pasino – Studente Universitario – Breve presentazione del Master Turistico sul Cicloturismo

Facebook, ai post multilingua ora ci pensa lui

Da sempre un problema per chi fa social media marketing turistico, i post in più lingue ora arrivano 

E’ un problema che conosce bene chi gestisce la Pagina Facebook di una struttura ricettiva o di un’attività turistica i cui clienti siano in parte stranieri: i post multilingua. Finora, la soluzione normalmente adottata consisteva nel pubblicare il post inserendo le diverse traduzioni del testo. C’è anche la possibilità di restringere il target di ogni singolo post in base al luogo di residenza o alla lingua (impostazioni in basso nel post, alla voce “limita pubblico per”), ma va fatto manualmente ogni volta con dispendio di tempo.
Ora Facebook ha lanciato una nuova feature che permette di risolvere il problema. Per accedervi, occorre cliccare su “Impostazioni” della Pagina e mettere la spunta alla voce che recita “consenti alle persone che gestiscono questa pagina di scrivere post in più lingue”.

In questo modo, sarà Facebook a mostrare ai fan solo il testo nella loro lingua madre. A guadagnarci è innanzitutto la pulizia dei post, ma anche gli editor ringraziano per il tempo risparmiato.
L’unica controindicazione? Le traduzioni automatiche che, si sa, sebbene siano migliori rispetto a quelle di qualche anno fa, sono ancora ben lungi dalla perfezione: meglio dare una controllata prima di pubblicare.
A questo punto non resta che attivare la nuova funzione e provarla.

martedì 23 febbraio 2016

Expedia lancia il primo sistema a pagamento per comparire di più nelle ricerche

Si chiama Accelerator Program e consentirà alle strutture aderenti di essere più visibili nei risultati di ricerca organici

Ultimamente le OTA hanno mostrato un po’ il fiato corto. Tra l’immimente fine della vituperata Rate Parity, da più parti annunciata, e le nuove sfide lanciate da attori come Airbnb, sembra che i tempi d’oro per i grandi operatori on line (e le loro esose commissioni), stiano per volgere al termine.
Ma a quanto pare Expedia ha deciso di passare al contrattacco e di presentare un progetto che, se manterrà le promesse, si preannuncia rivoluzionario. Si chiama Accelerator Program e permetterà alle strutture ricettive di ottenere più visibilità nelle ricerche organiche sul portale dietro pagamento. La notizia è stata diffusasu Skift da Dennis Schaal, che così ha commentato: “Expedia ha scombinato completamente le carte in tavola introducendo la possibilità per gli hotel di fare bidding l’uno contro l’altro per essere primi sui risultati di Expedia. È una mossa audace che potrebbe avere un impatto di vasta portata tra le OTA e nell’industria alberghiera.”
A dire il vero, il fatto di ottenere visibilità tra i risultati organici pagando non è una novità assoluta, ma da quello che si intuisce il sistema di Expedia si fonda su un meccanismo inedito, anche se al momento non se ne conoscono alcora i dettagli (probabilmente ci sarà un pay per click simile a quelli di Tripadvisor e Trivago). In ogni caso, Il CEO Khosrowshahi ha dichiarato che le strutture che hanno partecipato ai programmi pilota si sono dette molto soddisfatte dei risultati.
In definitiva, pare di capire che il sistema metterà gli albergatori gli uni contro gli altri, spingendoli a competere con costi salati per avere più visibilità. “Abbiamo trasformato il nostro business nel corso del 2016 verso una sorta di marketplace. Un marketplace dove gli hotel possono competere con le persone giuste – non con noi – competere tra di loro per accaparrarsi il grande traffico e le prenotazione che la nostra piattaforma offre”, spiegano a Expedia.
Insomma, con queste premesse le OTA diventerebbero un posto più competitivo, e più costoso. Non resta che seguire gli sviluppi.


Cicloturismo, il Piemonte è sempre più bikefriendly

Al museo dei Campionissimi di Novi si fa il punto della situazione e si presenta  il nuovo portale Piemontebike

Qualcosa si muove sul fronte del cicloturismo, in Piemonte. Dovrebbe uscire nei prossimi mesi la nuova guida Qui Touring sul turismo a pedali, contenente alcuni percorsi nella regione sabauda. Nel frattempo, Bike Channel di Sky ha mandato in onda un servizio che ha riscosso un notevole successo, con Filippa Lagerback a pedalare tra Volpedo, Castellania e Novi Ligure ad unire i quadri (tra cui il celebre Quarto Stato) di Pellizza, le vecchie strade polverose sulle quali si allenava Fausto Coppi e l’odierno Museo dei Campionissimi.

E proprio nel museo di Novi Ligure si è tenuto lo scorso 15 febbraio l’incontro, promosso da Alexala, agenzia turistica della Provincia di Alessandria, con gli operatori della ricettività già aderenti al progetto. La direttrice Rita Brugnone ha sottolineato “l’importanza di costruire un progetto, in cui il ruolo degli operatori è risultato fondamentale, che possa essere un modello esportabile anche su tutto il territorio piemontese, per costruire una rete di turismo bike strutturata e capace di accogliere i numerosi turisti interessati al nostro territorio , seguendo le linee guida che la Regione sta tracciando in questo periodo”. Paola Casagrande, direttore dell’ufficio di promozione della cultura , del turismo e dello sport della Regione Piemonte, ha ricordato come st sta lavorando a due progetti di cicloturismo di ampio respiro, uno sull’asse Venezia Torino e l’altro lungo il Canale Cavour, sui quali i progetti alessandrini si possono innestare. A tale scopo, la Regione Piemonte ha stanziato un milione di euro per studi di fattibilità sulla realizzazione di una rete ciclabile su vasta scala che metta in contatto i diversi territori. Si è poi ricordata l’esistenza del portale Piemonteciclabile, che costituisce un ottima base di partenza con i suoi percorsi che si snodano lungo tutto il basso Piemonte. Il nuovo sito si chiamerà Piemontebike, a sottolineare una maggiore vocazione internazionale, e presenterà una serie di percorsi selezionabili in base alla tipologia di bici da utilizzare e alle caratteristiche del percorso, oltre ad una selezione di strutture ricettive bikefriendly. Il modello di riferimento, spiega la vicepresidente di Alexala Stefania Grandinetti, è quello tedesco: “L’obiettivo era coinvolgere altri possibili colleghi nello sviluppo di una proposta imprenditoriale a favore di quella che è tutt’altro che una nicchia e che sta sempre più prendendo piede: se si guardano i numeri della Germania e si pensa che viene attraversata da 5 milioni circa di cicloturisti, esperti e meno esperti, anche famiglie, che ogni anno portano un indotto di 9 miliardi di euro… Se si pensa che gli stessi tedeschi ricercano le nostre strade e i nostri territori intatti per pedalare nella storia e nel gusto…”.

martedì 16 febbraio 2016

Blog aziendale, le domande da porsi prima di aprirlo

Strumento utile e, se ben utilizzato, molto potente, il blog va aperto solo dopo un’attenta analisi della propria situazione e, soprattutto, con le idee ben chiare

“Il blog? No, è troppo impegnativo”. Quante volte capita di sentire questa replica alla proposta di aprire un blog aziendale come completamento del piano di social media marketing, turistico o no. Ma è davvero così? In parte. Se da un lato è indiscutibile che nel blog occorra investire tempo e risorse, è anche vero che una piccola struttura o azienda, un paio di aggiornamenti al mese (purché puntuali) sono sufficienti.
Il problema, se mai, è un altro: come attirare i lettori. Solo una platea in ascolto, infatti, garantisce quei ritorni che giustificano l’investimento. E per poter anche solo aspirare a guadagnare pubblico, è fondamentale avere le idee ben chiare sulla direzione che si vuole intraprendere. Ovvero, rispondere a una serie di domande.
La primo, cruciale quesito è, neanche a dirlo: di cosa parlo nel blog? Innanzitutto, è bene tener presente che il blog è più vicino alla filosofia di un social che a quella del sito aziendale. Quindi, meglio evitare di vendere. La regola degli 8/10 tanto importante su Facebook and company, insomma, vale anche qui. Un blog che si riduce ad essere una vetrina contenente una serie di sconti, menu e listini, eventi aziendali, andrà ben poco lontano: per queste cose, c’è già il sito. Il lettore che arriva sul blog è in cerca di altro: vuole essere informato (su argomenti che non vengono trattati da nessun altra parte), oppure vuole essere intrattenuto.
Altra obiezione: la mia azienda\struttura non ha nulla di interessante da raccontare. Nulla di più falso: ogni struttura è unica ed ha una storia irripetibile alle spalle. Partire dalle proprie origini, dalla famiglia, dalla biografia delle persone che stanno dietro all’azienda e l’hanno fatta crescere, è sempre una buona idea. Idem per quanto riguarda la storia del territorio, che spesso nasconde perle sorprendenti.
L’affinità con i social si ritrova anche nello stile, che dev’essere il più possibile informale. Niente a che vedere con i contenuti pubblicati sul sito.
Non è detto, poi, che i contenuti del blog debbano essere solamente testuali. Anche le immagini (magari vecchie fotografie) e i video possono essere preziosi per la narrazione. Possono essere ad esempio riferiti alla preparazione del piatto tipico del territorio, che non si trova da nessun’altra parte.
Insomma, le idee e gli spunti narrativi sono innumerevoli, ma la pianificazione non deve mai mancare: è fondamentale dotarsi di un vero e proprio piano editoriale nel quale decidiamo cosa pubblicare nelle prossime uscite. Ciò ci consente di alternare i vari argomenti, di essere sempre puntuali (se il blog viene aggiornato il lunedì sera alle 18:00, dev’essere il lunedì sera alle 18:00 sempre), e soprattutto di non ritrovarsi improvvisamente a corto di idee.
Nella pianificazione vanno incluse le parole chiave da inserire periodicamente nei titoli e nel testo (sempre in maniera naturale) ai fini del SEO. E se all’inizio è difficile avere lettori, invitare a scrivere sul blog un blogger conosciuto o un influencer nel nostro specifico argomento può essere una buona idea.

Infine, bisogna armarsi di pazienza: per vedere i primi risultati, occorre attendere non meno di sei mesi. Ma se si è fatto tutto per bene, potrebbe valerne la pena.