venerdì 30 novembre 2012

La Landing Page


Vediamo come funziona l’ultimo, fondamentale passaggio di una campagna pubblicitaria su Facebook

Avete mai provato a fare una campagna pubblicitaria su Facebook? Se sì, avrete avuto a che fare con la scelta tra CPC e CPM, con la definizione del target, del bacino degli utenti di riferimento e con la decisione del budget da investire. Ma avete posto attenzione alla costruzione di una landing page efficace e funzionale agli obiettivi della vostra campagna?
Innanzitutto: cos’è una landing page? Quella che in italiano si definisce “pagina d’atterraggio” altro non è che, appunto, la pagina a cui viene indirizzato chi clicca sulla vostra inserzione pubblicitaria (le inserzioni pubblicitarie su Facebook, ricordiamolo, sono quelle che compaiono in alto a destra nella vostra bacheca). Si tratta evidentemente di un passaggio fondamentale, in quanto dalle caratteristiche e dalla qualità della landing page dipende il successo o meno della vostra campagna promozionale.
La prima scelta che ci troviamo a compiere riguardo alla landing page è: se costruirla interna o esterna a Facebook? Vediamo nel dettaglio entrambe le opzioni.
La landing page interna a Facebook (denominata anche landing tab) è una sezione della nostra Pagina Fan. Esistono diversi strumenti per costruirla: se per una landing tab semplice possiamo spesso fare da soli, per le soluzioni più complesse (ma anche più originali, creative ed efficaci), può essere utile richiedere l’aiuto del nostro web master. Generalmente, chi sceglie una landing tab lo fa per promuovere innanzitutto la visibilità della propria pagina fan e quindi, di rimando, della propria attività. La landing tab è infatti spesso strutturata per incentivare il navigatore a cliccare “mi piace” alla nostra pagina. Così facendo, ci consente di ottenere il doppio risultato che chi ha frequentato i corsi eGuides conosce bene:
1.      Chi clicca “mi piace” alla nostra Pagina, fa sapere a tutti i suoi amici su Facebook che gradisce i nostri prodotti e servizi. Se per esempio un utente ha 300 amici su Facebook, tutti 300 (o buona parte di essi) vedranno che quell’utente ha cliccato “mi piace” alla nostra Pagina (sulla bacheca degli amici comparirà il post “a Tizio piace la Pagina tal dei tali”). In questo modo, com’è chiaramente intuibile, quell’utente ci sta facendo una notevole pubblicità gratuita.
2.      Chi clicca “mi piace” alla nostra Pagina vi resta agganciato: potremo aggiornarlo sulle novità, sulle news, sulle promozioni speciali riservate ai fan. Si è visto nelle scorse newsletter come, in realtà, da qualche tempo sia diminuita la visibilità dei contenuti pubblicati dalle pagine presso i fan: qui alcune idee su come risolvere il problema.

Insomma, quando la landing page è interna a Facebook, ciò che ci dovrebbe interessare maggiormente è incentivare gli utenti a cliccare il famigerato “mi piace”. Ma quali leve possiamo sfruttare a tale riguardo? Una delle principali, e più efficaci, è il cosiddetto “Principio di Scarsità”. E’ il meccanismo che utilizzano tutti i venditori quando ci dicono “promozione imperdibile: solo per oggi, solo per i primi cento fortunati, solo per i nostri clienti più affezionati”. Insomma, il principio si fonda sul trasmettere l’idea che un certo bene o servizio è disponibile solo in quantità limitata (o per un periodo di tempo limitato), in modo da renderlo automaticamente esclusivo agli occhi del consumatore, e quindi più desiderabile. Corollario di questo principio, è l’idea di rendere la Pagina Fan (e quindi la comunità dei nostri fan) un club esclusivo che riunisce i nostri migliori clienti, a cui riserviamo trattamenti speciali: le persone amano sentirsi coccolate. Per incentivare l’utente a cliccare mi piace, quindi, può essere molto utile riservare promozioni speciali e condizioni esclusive ai nostri fan: in altre parole, a chi ha cliccato “mi piace”. E’ anche consigliato (chiedete al vostro web master) costruire un meccanismo per cui alla scritta “clicca mi piace per accedere le nostre offerte riservate ai fan”, si sostituiscono appunto le promozioni speciali una volta che l’utente ha cliccato sul tasto “mi piace”.

L’altra soluzione per la costruzione di una Landing Page, come dicevamo in principio, è esterna a Facebook. In questo caso, tipicamente, sarà una sezione del nostro sito web. Ecco che risulta di fondamentale importanza che la pagina d’atterraggio sia pertinente con la campagna pubblicitaria che ha spinto l’utente a cliccarci sopra. Se infatti, ad esempio, l’utente ha cliccato sulla nostra campagna relativa al lancio del nostro nuovo centro benessere perché particolarmente interessato al tema, ma si trova poi indirizzato alla home page del nostro sito, dove visualizza una galleria di fotografie della nostra struttura e dei dintorni, senza alcun rimando al centro benessere che gli interessava, è probabile che se ne vada infastidito dopo pochi secondi. Se invece la pagina di atterraggio è stata appositamente costruita per la campagna, e contiene immagini del nuovo centro benessere, e magari pacchetti promozionali legati al suo lancio, il risultato, come potete ben immaginare, sarà ben diverso. Questa considerazione ce ne suggerisce un’altra: la landing page esterna a Facebook risulta particolarmente indicata quando lo scopo della nostra campagna pubblicitaria è vendere. Se nel primo caso, quello della landing page interna a Facebook, il nostro scopo principale era far acquisire “mi piace” alla nostra Pagina Fan, aumentandone la visibilità e fidelizzando i nostri clienti, in questo caso vogliamo proprio monetizzare vendendo un particolare prodotto o servizio. Fondamentale, allora, aggiungere una scritta che reciti “ti interessano le promozioni relative al lancio del nostro nuovo centro benessere? Contattaci per maggiori informazioni o per prenotare la tua vacanza esclusiva”, seguita dai nostri recapiti mail e telefonici, o, se ne avete uno, da un modulo per il booking on line.
Il tema relativo alla campagne pubblicitarie su Facebook è ovviamente ampio e complesso: nelle prossime newsletter, cercheremo di trattare e fare luce su molteplici altri aspetti di questo nuovo e stimolante modo di fare marketing sul web 2.0.

Migliorare la reputazione on line: formazione del personale e recensioni


Consigli e idee per incentivare i clienti soddisfatti a condividere le loro impressioni sul web

Recensioni positive, quanta fatica! E’ risaputo che il principale problema di Tripadvisor e altri portali di recensioni è dovuto al fatto che il cliente soddisfatto è meno portato a scrivere recensioni, rispetto a chi ha qualcosa da ridire. Risultato: rischiamo di trovarci con un rapporto tra commenti positivi e negativi decisamente sbilanciato a favore dei secondi, con un’immagine che non corrisponde alla realtà dei fatti. Il problema è che noi lo sappiamo, chi legge no.
La soluzione sarebbe incentivare i clienti soddisfatti a lasciare recensioni, senza apparire inopportuni o insistenti. Come fare?
Innanzitutto, se resta sacrosanta la regola aurea per cui sono fondamentali la prima e l’ultima impressione che lasciamo al cliente (al suo arrivo e alla partenza), è anche vero che il contatto con lui non si esaurisce certo al momento del check in e check out. Durante il soggiorno, il nostro cliente avrà a che fare con camerieri, ragazze delle pulizie, addetti al centro benessere, ecc. E’ evidente che gentilezza e attenzione devono essere prerogative di tutto lo staff della struttura, non solo del titolare o del responsabile. A tale proposito, può essere utile coinvolgere e motivare lo staff con momenti di formazione: non tutti i dipendenti, per esempio, necessariamente conoscono Tripadvisor. E’ utile allora illustare a tutti i nostri collaboratori vantaggi e rischi del portale, e far conoscere loro le recensioni che i clienti hanno lasciato sulla nostra struttura. A volte, poi, nella propria recensione, il cliente cita esplicitamente una certa persona (la receptionist, la cameriera), il che generalmente genera reazioni di sorpresa: sentirsi chiamati in causa direttamente è il miglior stimolo a far bene per i nostri collaboratori.
Una volta che tutto il personale ha ben appreso l’importanza delle recensioni on line, nonché il peso da dare ad ogni istante del soggiorno del cliente, si può passare ad affrontare un altro problema: siamo sempre in grado di “percepire” la reale customer satisfaction? Tutti, al momento del check out, chiedono al cliente se il soggiorno è stato di sua soddisfazione. Spesso la risposta è un semplice “sì, grazie”. Cui a volte fa seguito, da quello stesso cliente, una recensione negativa su Tripadvisor. In questi casi si tende ad arrabbiarsi con il cliente, chiedendosi “ma non poteva lamentarsi direttamente con noi?”. Il problema è che per il consumatore è molto più semplice scrivere una recensione dalla tastiera di un pc, a centinaia di chilometri da noi, piuttosto che esporci a voce le sue perplessità: nel primo caso, infatti, evita il confronto diretto. A noi, non resta che prendere atto di questa tendenza e cercare di prevenirla. Come? Facendo di tutto affinché la valutazione del grado di soddisfazione del cliente sia il più possibile precisa e corrispondente al vero, agli occhi di chi dovrà fare la fatidica domanda “tutto bene?” al momento del check out.
Il discorso può essere complesso in strutture che coinvolgono il cliente in diversi momenti ed attività. Immaginiamo un relais con centro benessere, piscina, affitto biciclette e ristorante. Il cliente viene seguito a colazione, dal personale del centro benessere, da quello delle piscine, da chi si occupa di fornire bici sempre in perfetto stato, ed infine dal personale di sala e cucina del ristorante. Quando infine il nostro cliente giunge alla reception al momento del check out, è impossibile per chi gestisce questo momento avere un’idea chiara ed esaustiva di tutti i momenti del suo soggiorno. Un’idea è che gli altri dipendenti diano una mano a chi gestisce i check out, fornendo la loro impressione sul grado di soddisfazione del cliente in questione. Ad esempio è possibile, a tale riguardo, preparare delle schede per ogni cliente, sulle quali ogni addetto può compilare il campo relativo alla propria attività (ristorante, piscina) con un giudizio sul grado di soddisfazione di quel determinato cliente. Quando la scheda compilata in tutti i campi, infine, giunge alla reception al momento del check out, l’addetto può facilmente ricostruire con uno sguardo l’andamento del soggiorno del cliente in questione momento per momento, e prevenire eventuali criticità. Se ad esempio alla casella biciclette il giudizio appare critico (perché ad esempio, al momento della riconsegna, il cliente ha lamentato malfunzionamenti), gli si può chiedere: “ci è giunta voce che non siate stati completamente soddisfatti delle nostre bici. Vi possiamo chiedere per quale motivo?”. Al che, generalmente, il cliente non avrà difficoltà a esternarci il fatto che, ad esempio, il cambio a volte si è inceppato. A questo punto sarà gioco facile per l’addetto scusarsi, ringraziare il cliente per la segnalazione, sottolineare che il problema verrà gestito e risolto al più presto, e rimediare con un piccolo sconto o un omaggio. Difficile che, di fronte, ad una gestione di questo tipo, il cliente scriva una recensione negativa su Tripadvisor: avremo gestito e prevenuto la criticità.
Fin qui abbiamo parlato di come prevenire le critiche negative. Resta il problema di come incentivare quelle positive. A tale scopo, può essere utile dotarsi di piccoli gadget o cadeaux da donare ai clienti che si mostrano particolarmente soddisfatti al momento del check out. Se la scheda di valutazione del grado di soddisfazione del cliente mostra tutti giudizi decisamente positivi, e alla domanda “tutto bene?” il cliente risponde in maniera entusiastica, ringraziandoci dell’esperienza che gli abbiamo fatto vivere, ecco che può essere opportuno omaggiarlo con un cadeau appositamente confezionato. Quando lo scarterà, il cliente vi troverà l’omaggio che avremo scelto, più un biglietto dove troverà scritto che speriamo che il suo soggiorno sia stato soddisfacente (e noi sappiamo che lo è stato) e, in caso affermativo, gli chiediamo, se ne ha voglia, di scrivere due righe su Tripadvisor per condividere con quante più persone possibile la sua esperienza. I risultati non sono immediati né garantiti in maniera automatica, ma dopo un po’ arrivano. Inutile dire che è bene evitare la tecnica del cadeau con chi non è completamente soddisfatto, pena ritrovarsi con qualche sorpresa poco gradita! Insomma: l’aspetto fondamentale risiede nell'avere una percezione il più possibile precisa del grado di soddisfazione del cliente al termine della sua esperienza presso la nostra struttura.
C’è infine uno strumento tecnologicamente raffinato che ci può dare una grossa mano nella gestione delle recensioni (non solo su Tripadvisor, ma anche sulle nostre pagine social) da parte dei clienti, ed è la Social Wi Fi da fornire ai clienti per permettere loro di navigare su internet con i loro dispositivi. Argomento che tratteremo approfonditamente in una delle prossime newsletter.

giovedì 22 novembre 2012

La visibilità della nostra pagina Facebook e la promozione dei post


I contenuti delle pagine sono sempre meno visibili ai fan: vediamo perché e cosa si può fare.

Fate marketing su Facebook? Avete una pagina fan della vostra struttura? Se sì (e se usate Insight, lo strumento per le statistiche interno a Facebook), potreste aver notato qualcosa di nuovo, da qualche tempo a questa parte: i vostri post hanno meno visibilità. Per esempio, se avete 1000 fan, vi potrebbe capitare di leggere su Insight che solamente 85 hanno visualizzato l’ultimo contenuto che avete pubblicato.
Com’è possibile questo? Sicuramente, può influire la frequenza con cui i vostri fan accedono a Facebook: i contenuti che pubblicate sulla vostra pagina non possono chiaramente raggiungere i fan che quel giorno non si connettono; e se lo fanno il giorno dopo, il contenuto da voi pubblicato è ormai vecchio e scivolato via dalle loro bacheche (questa problematica ci porta, tra l’altro, a farci interessanti domande: quanto spesso i nostri fan accedono a Facebook? E soprattutto: con quale frequenza mi conviene pubblicare contenuti sulla mia pagina? Quesiti fondamentali, cui cercheremo di dare risposta in una delle prossime newsletter).
Resta il fatto che quelle 85 visualizzazioni del mio post, sui mille fan della pagina, non possono essere spiegate soltanto dal fatto che quel giorno, o in quelle ore, non tutti i miei fan si sono connessi a Facebook. Ci dev’essere dell’altro. E in effetti, da qualche tempo (dalla scorsa estate) il team di Facebook ha accentuato una tendenza che a dire il vero era in atto da tempo: i post pubblicati dalle pagine non raggiungono tutti i fan. Soltanto una piccola percentuale (sempre inferiore al 20%) di chi ha cliccato “mi piace” su una pagina, vedrà nella propria bacheca uno specifico post. Perché? Come detto, questa tendenza in Facebook è in atto da tempo, e negli ultimi mesi è stata semplicemente accentuata: non è altro che la logica conseguenza dell’aumento di pagine, e di “mi piace” della gente alle stesse. Se ci pensate, capita a chiunque usi Facebook, periodicamente, di agganciarsi ad una nuova pagina che rimanda a un’azienda, un luogo, un brand che ci piace e col quale vogliamo restare in contatto. Il problema è che più “mi piace” clicchiamo, più veniamo sommersi da contenuti. Il risultato, è che dedichiamo meno attenzione ad ogni singolo post: la nostra attenzione ha una soglia massima, e più sono le informazioni che ci raggiungono, minore è l’attenzione che dedichiamo ad ogni singola informazione. E’ come tagliare una torta in poche fette belle grosse, o in tante fettine minuscole. Inoltre, più un utente ha contatti su Facebook, più i post scorrono velocemente sulla sua bacheca, fino a sparire inosservati. Per contrastare questa tendenza, Facebook ha quindi deciso di limitare (sempre di più) la visibilità dei post pubblicati dalle pagine.
Bene, ma qual è la soluzione per raggiungere lo stesso il più grande numero possibile di fan? La più ovvia (e probabilmente gradita a Facebook) sono i post sponsorizzati. Avrete notato che da un po’ di tempo accanto ai post pubblicati compare il tasto “promuovi”: con pochi euro è possibile rendere quel contenuto molto più visibile di quanto non lo siamo i contenuti pubblicati “gratis”. Le notizie sponsorizzate, oltretutto, acquistano una visibilità ancora maggiore sui dispositivi mobile (smartphone e tablet), dove costituiscono, per Facebook, l’unico modo per ottenere ricavi (su mobile le inserzioni pubblicitarie classiche, quelle che compaiono in alto a destra, non sono visibili), e noi sappiamo bene che una percentuale sempre maggiore di accessi a Facebook avviene proprio da mobile (questo tema sta particolarmente a cuore al sig. Zuckerberg e soci, visto il deludente andamento delle azioni di Facebook in Borsa, legato proprio alle performance commerciali del social network, considerate dagli analisti inferiori alle aspettative).
Una soluzione alternativa, se non si vogliono spendere soldi, adottata da alcuni, consiste nell’invitare i propri fan ad attivare le notifiche per ogni post pubblicato dalla nostra pagina. Lo si può fare passando col mouse sul tasto “mi piace” della pagina, ed aggiungendo la spunta all’opzione relativa nel menu a tendina. Liberi di provarci, anche se non mancano le controindicazioni: di solito i fan non gradiscono avere molte notifiche (quei numeri rossi che compaiono in alto a sinistra), soprattutto se non sono relative ad eventi importanti per loro: rischiano di essere equiparate a spam. C’è da dire, tuttavia, che se un fan è realmente interessato a ciò che avete da dire, potrebbe gradire questa soluzione.
Ultima soluzione per raggiungere il maggior numero possibile di fan: pubblicare contenuti interessanti. Per quanto possa sembrare l’uovo di Colombo, interessare, stuzzicare, incuriosire i fan è sempre la strategia migliore per spingerli ad interagire con noi. Certo, non è facile: se un paio di anni fa bastava pubblicare qualcosa sulla bacheca per avere “mi piace”, commenti e condivisioni, oggi il gioco (come detto, per via della concorrenza) si è fatto duro. E come sempre accade in questi casi, chi è bravo emerge.

Mobile e accessi al sito della nostra struttura


Ancora molte strutture non si sono dotate di nessun strumento per rendere accessibile il proprio sito da dispositivi mobile

Secondo i dati Audiweb aggiornati a Settembre 2012, il numero di italiani connessi ad internet è di 41 milioni. Il dato interessante, è che il 34,6% degli uomini, e il 28,1% delle donne, accedono al web anche tramite il proprio smartphone.
Secondo gli studi effettuati, chi possiede uno smartphone, generalmente, tende a sfruttarne le potenzialità e le innumerevoli funzionalità ogni qual volta se ne presenta l’occasione: previsioni meteo, film in sala, mappe e navigazione e, quel che più ci interessa, si usa lo smartphone quando si è in viaggio, per esplorare i luoghi dove mangiare o dove dormire che si trovano nelle vicinanze. Spesso, tuttavia, qui iniziano i problemi.
Chi abbia provato almeno una volta ad aprire un sito tradizionale da smartphone, sa bene come l’operazione possa essere disagevole: un sito tradizionale è infatti pensato per essere visitato da un pc. Chi vi accede da smartphone, per contro, è costretto a lunghe “scrollate” tramite il touch screen per trovare le informazioni che desidera. Anche l’approccio è molto diverso: chi visita, per esempio, il sito di un agriturismo da casa o dall’ufficio, lo fa con calma, scorrendo la gallery delle immagini per il piacere di navigare. Chi invece vi accede da mobile, è molto spesso un potenziale cliente, che magari si trova nelle vicinanze ed ha fretta, e che in quel momento è alla ricerca di informazioni molto basilari, come un numero di telefono per chiamarci. Se non lo trova alla svelta, abbandona il nostro sito per cercare un’altra sistemazione.
Ecco quindi che diventa fondamentale affiancare al sito web tradizionale uno o più strumenti che rendano la presenza on line della nostra struttura facilmente accessibile anche dai dispositivi mobile. Le soluzioni sono molteplici: sito mobile, app o web app. Ognuna di queste opzioni presenta differenze rispetto alle altre, vantaggi e difetti. Nelle prossime newsletter entreremo nel dettaglio di ognuna, analizzandone il funzionamento e le caratteristiche.
Un ultimo aspetto che fa riflettere. Ormai da tempo, Google riconosce se state effettuando l’accesso da un dispositivo mobile, e tramite un apposito algoritmo presenta i risultati della ricerca da voi effettuata, posizionando ai primi posti i siti ottimizzati proprio per smartphone e tablet. Il vantaggio che ne ottengono le strutture collegate appare evidente. Un motivo in più per pensare, anche in tempi di crisi, di effettuare un investimento (le cifre, tutto sommato modeste, partono da poche centinaia di euro) dai ritorni sicuri, sfruttando le grandi potenzialità offerte dal mondo mobile.

venerdì 16 novembre 2012

Tripadvisor: spauracchio o opportunità di crescita?

Il celebre portale di recensioni spesso rappresenta un problema per chi possiede una struttura turistica. Ma se si impara a gestire i commenti, si scopre che…

Difficile che chi gestisce una struttura ricettiva, un hotel, un agriturismo, un B&B, un ristorante, o anche una pizzeria, non abbia mai sentito parlare di Tripadvisor. Il celebre (e famigerato) portale di recensioni dove i clienti possono scrivere commenti, positivi o negativi, sulle loro esperienze turistiche, e condividerle con tutto il web: oltre 60 milioni di visitatori unici al mese, e 75 milioni di recensioni, fanno di Tripadvisor uno degli snodi cruciali per la web reputation di una struttura turistica.
Il problema, come molti ben sanno, è che i clienti soddisfatti (si spera la grande maggioranza) tendono a non scrivere recensioni, mentre chi, per qualunque motivo, è rimasto deluso, è portato a condividere il proprio disappunto. Capita così di trovare strutture di qualità con una web reputation ben peggiore rispetto al loro effettivo valore: il guaio è che chi legge per scegliere la meta della propria prossima esperienza non lo sa, e sceglie in base alle recensioni.
Chi gestisce una struttura spesso tende ad accettare passivamente questa situazione, mentre l’atteggiamento corretto è quello di contrastarla.
Come? Vediamolo punto per punto.
Il primo passo, ovviamente, è quello di non “fare gli struzzi”: monitorare ogni settimana Tripadvisor per scoprire se ci sono nuove recensioni sulla nostra struttura. Il secondo è replicare, facendo sentire la nostra voce. Su Tripadvisor è infatti possibile registrarsi come proprietari della struttura recensita, e rispondere ai commenti dei clienti. Ma a quali commenti è opportuno rispondere?
Sorprendentemente, diversi studi indicano che è consigliato commentare non solo quelli negativi, ma anche quelli molto positivi. Capita infatti che un cliente entusiasta del servizio che gli abbiamo offerto, decida di condividere la sua esperienza con una recensione molto positiva. Può essere opportuno, in questi casi, replicare: ringraziando, ovviamente, ma anche spargendo una spruzzata di modestia, magari con moderata ironia: chi legge una recensione entusiastica potrebbe infatti maturare aspettative molto elevate nei nostri confronti, a volte esagerate. Con una risposta misurata, possiamo prevenire possibili delusioni future.
In secondo luogo, è ovviamente fondamentale replicare alle recensioni negative. Come? Con la massima onestà e obiettività, sottolineando il nostro punto di vista (che, non dimentichiamolo, è quello di professionisti del settore). Se il cliente lamenta un disservizio o un difetto che effettivamente ci sono o ci sono stati, occorre quindi ammetterlo, sottolineando che si sta lavorando per risolverlo (e spesso, quando la recensione viene pubblicata, il problema è già stato risolto). E’ quindi consigliabile inviare privatamente un messaggio al cliente, comunicandogli che, qualora decidesse di tornare, per “farci perdonare” l’inconveniente della volta precedente, gli riserveremo un trattamento speciale, un omaggio o un piccolo sconto. Il messaggio privato serve a escludere, agli occhi del cliente, l’ipotesi che stiamo semplicemente cercando di “farci belli” agli occhi di tutti.
C’è infine un caso molto singolare, e spinoso: quello delle false recensioni. Come contrastare un commento particolarmente tranchant, che magari noi sappiamo essere stato pubblicato da un nostro concorrente non proprio corretto (succede più spesso di quanto si possa immaginare)? In realtà, esiste un metodo molto preciso per far emergere la verità agli occhi di tutti, e sarà l’argomento delle prossime newsletter settimanali, oltre che dei corsi di formazione sul web marketing 2.0 tenuti dai docenti Eguides.

I nuovi corsi Eguides sul web marketing 2.0 a Cà San Sebastiano

Si terranno presso il wine resort & spa di Maurizio Vellano a Castel San Pietro
di Camino (AL), per unire alla teoria un esempio concreto di case history di successo


Unire l’esperienza acquisita sul campo alla teoria. E’ questo il plus che ha sempre contraddistinto i corsi Eguides sul web marketing 2.0 per le aziende del comparto turistico ed enogastronomico. Maurizio Vellano, fondatore e titolare di Eguides, vanta infatti una significativa esperienza nel campo del turismo enogastronomico: la sua struttura, Cà San Sebastiano Wine Resort & Spa, inaugurata nel 2002, è uno dei più sorprendenti casi di successo del turismo enogastronomico in Monferrato. I due centri benessere, aggiunti alla location fascinosa, alla cucina curata e alla professionalità e gentilezza del personale, hanno reso Cà San Sebastiano apprezzata in ambito nazionale, europeo ed extraeuropeo.
Il racconto del proprio personale case history ha sempre costituito un valore aggiunto dei corsi Eguides, perché permette a Vellano di illustrare nel concreto l’applicazione dei concetti e delle metodologie spiegate durante il corso, e di confrontarle con i risultati ottenuti. Ora però il team di Eguides ha deciso di fare di più: aprire Cà San Sebastiano ai corsi ed ai loro partecipanti, per permettere a chiunque lo voglia di toccare con mano il cammino percorso: dal modo in cui il personale è stato formato per garantire la massima customer satisfaction, e per monitorare e tenere quindi sotto controllo la web reputation,  alla “prova su strada” degli strumenti illustrati durante il corso, a cominciare dalla social wi fi.
Ogni partecipante può essere accompagnato da una persona. Gli accompagnatori hanno a loro disposizione tutti i servizi relax di Cà San Sebastiano: centro benessere, le piscine (all'aperto e al coperto), le aree relax sparse per la struttura; potranno inoltre prenotare trattamenti benessere o visitare le splendide colline o i numerosi Castelli del Monferrato.
La partecipazione al corso di formazione ha un costo di € 325,00 per ogni partecipante al corso ed € 275,00 per l'eventuale accompagnatore. Sono inclusi: 18 ore di corso tra seminari, esempi pratici di come effettuare una degustazione (con visita alle Cantine Pierino Vellano), attività di gruppo, attestato di partecipazione finale vitto e alloggio completo (2 notti, 2 colazioni, 3 pranzi, 2 cene) libero utilizzo del nostro Centro Benessere Acquavitae e zone relax. E' inoltre possibile prolungare il soggiorno rispetto al pacchetto proposto, prenotare trattamenti-benessere, partecipare ad una degustazione, usufruire di servizio shuttle dalla stazione più vicina, richiedere menu personalizzati o ottenere informazioni per itinerari turistici nei dintorni.
Le prossime sessioni sono previste per: 
NOVEMBRE: 28-29-30 novembre
DICEMBRE: 5-6-7 dicembre e 16-17-18
GENNAIO-FEBBRAIO: 23-24-25  30-31 gennaio e 2 febbraio 2013
Per informazioni e prenotazioni, Inviare un'email a info@eguides.it specificando la data prescelta; riceverete conferma della disponibilità e le modalità di pagamento dell'acconto.