martedì 29 luglio 2014

Vino ed e-commerce, un matrimonio che non funziona

Uno studio di Adnkronos rivela che le vendite on line non convincono gli enoappassionati,che continuano a preferire altri canali
I winelovers amano parlare di vino on line, come abbiamo scritto qui . Quando si tratta di passare dalle parole ai fatti e di acquistare, però, a quanto pare preferiscono i canali tradizionali all’e-commerce.
E’ quanto rivela uno studio condotto dall’agenzia di stampa Adnkronos, secondo il quale gli acquisti on line nel mondo del vino non convincono 6 appassionati su 10. Sempre secondo la ricerca, infatti, il canale prediletto resta la visita diretta in cantina, preferita dal 48% degli intervistati.
Chi invece fa ricorso agli acquisti on line afferma di apprezzare la grande disponibilità di etichette dei webstore, tanto che un 29% visita regolarmente enoteche e wine store dotati di e-commerce. Un ultimo dato, infine, rivela una tendenza interessante: negli ultimi tempi sembra in aumento l’acquisto virtuale diretto dai siti web delle cantine.
Ad lì là di questo, però, il mondo del vino pare confermare ciò che in fondo già si sapeva: è un prodotto legato alla tradizione, e soprattutto è parte integrante del territorio dal quale proviene. Per questo, gli enoappassionati preferiscono ancora recarsi personalmente in cantina, incontrare i produttori, parlarci, degustare insieme, e insomma fare esperienze emozionali.
Tutte cose che hanno profondamente a che fare con lo storytelling , sempre più chiave di volta in una strategia di marketing che miri a creare legami solidi con il cliente, e quindi a fidelizzarlo.

Facebook lancia Audience Insight, il tool per monitorare il pubblico delle Ads

Il nuovo strumento serve per ottenere informazioni sul pubblico a cui ci si rivolge prima di lanciare una campagna pubblicitaria
Lanciato lo scorso 8 maggio, Facebook Audience Insight  è il nuovo tool che quelli di Menlo Park hanno messo a disposizione dei loro inserzionisti per aiutarli a studiare campagne pubblicitarie sempre più mirate e, quindi, efficaci.
La caratteristica che differenzia l’Audience Insight dall’Insight tradizionale è che non monitora solamente il comportamento degli utenti che interagiscono con la Pagina Fan, bensì quello di tutto il potenziale pubblico. Ed è differente pure dall’AD Creation Toll e dal Power Editor, perché permette di effettuare vere e proprie analisi di mercato sul pubblico cui potenzialmente ci si rivolgerà con la propria campagna pubblicitaria, prima di effettuare la campagna stessa. Vien da sé che in questo modo l’inserzionista può chiarirsi le idee in modo ancora più preciso sulle caratteristiche del proprio target di riferimento, e calibrare ad hoc la propria campagna.
Tramite l’Audience Insight è infatti possibile monitorare i dati demografici del proprio potenziale pubblico, come età, sesso, istruzione, lavoro, stile di vita, oltre a dati relativi al comportamento on line: quanto spesso accedono a Facebook, in quali orari, utilizzando quali dispositivi, procedendo ad acquisti on line oppure no.
Per poter accedere alle varie funzionalità del nuovo tool, è per il momento necessario impostare la lingua di Facebook su inglese. Le opzioni di ricerca paiono essere davvero tante, e lo strumento interessante. Ancora una volta, anche e soprattutto per chi intende fare social media marketing per la propria struttura ricettiva.

La newsletter di Promozione Turistica Blog tornerà a settembre, dopo la pausa estiva. Il team E-Guides augura a tutti buone vacanze.


lunedì 21 luglio 2014

Facebook introduce il tasto “compra”

Per ora solo negli USA, il “buy button” permette di fare shopping senza lasciare il social
Facebook non è il luogo adatto per vendere. Quante volte lo abbiamo sentito dire, e ripetuto. Tanto che Zuckerberg deve aver pensato che era giunto il momento di farci cambiare idea.
Ecco così che negli USA, accanto ai tradizionali “mi piace”, “commenta” e “condividi”, è comparso un tasto nuovo, il “buy button”. Per ora in fase di test e offerto come opzione a piccole e medie imprese per le loro inserzioni pubblicitarie ed i loro post, il tasto “compra” permette, per la prima volta, di procedere ad un acquisto senza uscire dalla piattaforma di Menlo Park. Una mezza rivoluzione nello shopping on line, tanto che si comincia a parlare di “social commerce” (infatti la concorrenza non sta a guardare: Twitter ha appena acquistato CardSpring, piattaforma per lo sviluppo di app per le carte di credito, mentre Google sta sviluppando il proprio tool di shopping on line con Google Shopping Express).
Tornando a Facebook, Zuckerberg e i suoi dichiarano di non voler, per ora, applicare alcuna commissione alle transazioni andate a buon fine. E prestano il consueto ed obbligatorio occhio di riguardo a privacy e sicurezza: non condivideranno con le aziende i dati sulle carte di credito degli utenti, che a loro volta potranno decidere se salvare o meno le impostazioni dei propri pagamenti.
Insomma, social e acquisti on line: la rivoluzione sta arrivando. Come sempre, non resta che farsi trovare pronti.

QR Code, i dati parlano di crescita

Una ricerca affettuata da Scanlife rivela che lo strumento è sempre più utilizzato, anche nel food&beverage. L’Italia però resta in coda.
QR Code, questo sconosciuto. Nonostante la diffusione ormai capillare di smartphone e tablet, in Italia sono ben pochi gli utenti che sappiano cosa fare di fronte a quello strano codice a barre quadrato; e soprattutto che poi lo facciano davvero, inquadrandolo con la fotocamera del proprio dispositivo.

A quanto pare, però, nel resto del mondo le cose vanno un po’ diversamente. Una ricerca effettuata da Scanlife.com, infatti, rivela un trend decisamente positivo: nell’ultimo anno sarebbero state effettuate nel mondo 21,8 milioni di scansioni tramite QR Code, con un incremento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente.


Anche i dati riguardanti l’età di chi effettua le scansioni sono interessanti: il QR Code non pare essere una tecnologia per ragazzini: solo l’11% degli utenti ha tra i 18 ed i 24 anni, mentre ben il 25% rientra nella fascia 35-44. E a stupire è il 19% degli over 55.


Ma per cosa viene utilizzato il QR Code? Qui, forse, viene il dato più interessante. Oltre all’evidente predominio del settore Hi Tech, infatti, spunta un inatteso Food&Beverage.


Infine: in quali Paesi viene maggiormente utilizzato? Qui il dato per l’Italia non è incoraggiante: semplicemente non compare.


Le conclusioni sembrerebbero abbastanza evidenti: per chi opera nel settore enogastronomico ed ha clientela straniera, inserire un utilizzo del QR Code nel proprio marketing on line è un’idea che può dare buoni frutti, anche e soprattutto nel 2014.
Del resto lo strumento è gratuito e si presta a mille utilizzi diversi: come sempre, chi ha le idee migliori viene premiato.


martedì 15 luglio 2014

Vino e web, un connubio che funziona


Una ricerca condotta da Viralbeat su commissione dell’associazione Le Donne del Vino svela i meccanismo della conversazione on line tra gli enoappassionati
I “winelovers” sono organizzati: formano una community che si ritrova su Twitter, Instagram o sui Blog, e parla di vino. Lo dice uno studio realizzato dall’agenzia Viralbeat su commissione dell’associazione Le Donne del Vino. L’aspetto forse più interessante, stando ai risultati della ricerca, è che il vino è ancora percepito almeno in parte come alimento quotidiano, e non solo come prodotto d’eccellenza legato a brand prestigiosi. Scendendo nel dettaglio: su Twitter, lo zoccolo duro degli influencer è formato da blogger e aziende vitivinicole che possono vantare un ampio numero di follower (e di fan su Facebook). Scomponendo l’insieme degli hashtag utilizzati nei tweet sul vino, emergono tre aree semantiche: territorio, prodotti e aziende, gastronomia. A testimonianza, verrebbe da dire, che il vino viene sempre percepito come parte di un contesto più ampio, che comprende tutte le particolarità di un territorio.
Su Instagram le conversazioni attorno al vino hanno un taglio prevedibilmente più conviviale, mentre il vero luogo dove si riuniscono appassionati, addetti ai lavori ed esperti del vino è costituito dai blog specifici. Qui si possono riscontrare alcune tendenze ben delineate. A cominciare dall’attenzione riservata ai vini bio, green ed ecosostenibili. Con un dettaglio non irrilevante: chi va in cerca di vini bio, preferisce acquistarli direttamente dal produttore.
Qui il video con i dettagli della ricerca:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ccBu8C9L_tE

Twitter, ora gli analytics sono per tutti

L’uccellino blu rende accessibili a tutti gli utenti i tools di analisi per comprendere come twittare al meglio
Analytics per tutti, è questa la svolta che dà un nuovo impulso al social media marketing sul social dei cinguetti.
Jack Dorsey e soci hanno infatti deciso di rendere accessibile a tutti gli utenti il tool che permette di eseguire analisi sul successo e la popolarità dei propri tweet, al fine di ottimizzare le proprie strategie. Vien da sé che per chi utilizza questa piattaforma per promuovere on line la propria struttura, si tratta di manna dal cielo.
In pratica, sarà possibile monitorare non solo le performance dei tweet sponsorizzati, ma anche di quelli cosiddetti organici, ovvero non a pagamento. Per farlo, è sufficiente registrarsi al servizio.
Tramite analytics è possibile osservare le performance dei propri tweet (visualizzazioni, interazioni in termini di retweet, aggiunta ai preferiti e menzioni), il numero di visualizzazioni (anche scorporando tra PC e mobile, e tra differenti sistemi operativi), e andamento mese per mese.
Altre statistiche interessanti riguardano l’andamento dei propri follower, con tanto di provenienza geografica, informazioni su sesso ed età e, soprattutto, sui loro interessi.
Insomma, una cassetta degli attrezzi completa per capire come sfruttare al meglio il social del cinguetti per promuovere la propria struttura, oggi a disposizione di tutti.

lunedì 7 luglio 2014

Italiani e internet, è sorpasso mobile

I dati Audiweb per i primi mesi del 2014 confermano l’avanzata dei dispositivi mobili
35,5 milioni di internauti, pari all’82% della popolazione adulta (18-74 anni). Sono i dati Audiweb sull’audience complessiva della rete per i primi tre mesi in Italia. Con una sorpresa (che a dire il vero non lo è così tanto): la media giornaliera di accesso alla rete vede il sorpasso del mobile sul fisso: 14,5 milioni contro 12,5.
Scendendo nel dettaglio dell’utilizzo dei dispositivi, risulta che 7,4 milioni di italiani utilizzano soltanto smartphone e tablet, 5,3 milioni solo pc e 7,2 milioni usano entrambi. A prediligere i dispositivi mobili sono, com’è prevedibile, i giovani (18-34 anni).
Il tempo medio trascorso in rete ogni giorno è di un’ora e 53 minuti. Secondo i dati, il 59% di questo tempo viene trascorso sui social network, per visitare siti e portali di news e cercare e scaricare nuove app.
Insomma, i nuovi dati Audiweb parlano chiaro: internet fa ormai parte della quotidianità di una larga fetta di italiani; che oltretutto se lo portano sempre in tasca tramite il proprio smartphone. A questo punto chi gestisce una struttura ricettiva non può fare a meno di chiedersi se il proprio sito sia al passo con i tempi e, soprattutto, se sia consultabile con comodità anche da telefono.


Instagram per strutture ricettive, qualche dritta


Il social delle immagini in stile Polaroid è sempre più popolare: ecco alcuni consigli per ottimizzarne l’utilizzo a fini di social media marketing
200 milioni di utenti attivi al mese, 20 miliardi di immagini condivise (60 milioni al giorno), 1,6 miliardi di like. I numeri di Instagram fanno impressione e confermano che il social delle immagini quadrate in stile vecchie Polaroid è ormai una parte fondamentale in un piano di social media marketing completo. Ma siamo sicuri di utilizzarlo al meglio?
Innanzitutto, la considerazione all’apparenza più banale: quando scattiamo una foto da pubblicare su Instagram, teniamo a mente il fatto che una volta condivisa sarà quadrata? Non è un dettaglio irrilevante: mentre scattiamo ci appare la consueta immagine rettangolare, ma la app la taglierà, rivoluzionandone il formato; è bene tenerlo a mente, nel momento in cui si scatta.
Per il profilo di una struttura ricettiva, poi, è fondamentale la bio. Deve essere breve, chiara ed esaustiva, possibilmente bilingue italiano\inglese, e comprendere le informazioni di contatto e il link al sito aziendale.
Anche su Instagram, come su ogni social , è poi di fondamentale importanza capire qual è il momento della giornata migliore per pubblicare. A questo scopo sono disponibili servizi come iconosquare , che aiutano nell’analisi degli orari in cui ottenere più visibilità e maggior engagement.
Infine, gli hashtag. Chi usa Instagram lo sa bene: è forse il social dove vengono utilizzati con maggior frequenza, più ancora che su Twitter. C’è però un problema: spesso se ne usano tantissimi. E’ ormai frequente imbattersi in immagini corredate da 10 o più hashtag (se ne possono utilizzare fino a 30 per volta). Ovvio che in un contesto così affollato di cancelletti, fare centro usando gli hashtag giusti diventa cruciale, ma anche difficile: fondamentale individuare quelli più diffusi ed utilizzati dal proprio target di riferimento. Lo si può fare tramite la funzione ricerca della app.
Per conculere, perché non fare un pensierino alle local community? Sul sito Instagramers Italia  si trova infatti una mappa dei gruppi locali di “instagramers”. Si tratta di community di appassionati che organizzano periodicamente contest ed eventi legati al territorio: potenziali alleati.