martedì 23 febbraio 2016

Expedia lancia il primo sistema a pagamento per comparire di più nelle ricerche

Si chiama Accelerator Program e consentirà alle strutture aderenti di essere più visibili nei risultati di ricerca organici

Ultimamente le OTA hanno mostrato un po’ il fiato corto. Tra l’immimente fine della vituperata Rate Parity, da più parti annunciata, e le nuove sfide lanciate da attori come Airbnb, sembra che i tempi d’oro per i grandi operatori on line (e le loro esose commissioni), stiano per volgere al termine.
Ma a quanto pare Expedia ha deciso di passare al contrattacco e di presentare un progetto che, se manterrà le promesse, si preannuncia rivoluzionario. Si chiama Accelerator Program e permetterà alle strutture ricettive di ottenere più visibilità nelle ricerche organiche sul portale dietro pagamento. La notizia è stata diffusasu Skift da Dennis Schaal, che così ha commentato: “Expedia ha scombinato completamente le carte in tavola introducendo la possibilità per gli hotel di fare bidding l’uno contro l’altro per essere primi sui risultati di Expedia. È una mossa audace che potrebbe avere un impatto di vasta portata tra le OTA e nell’industria alberghiera.”
A dire il vero, il fatto di ottenere visibilità tra i risultati organici pagando non è una novità assoluta, ma da quello che si intuisce il sistema di Expedia si fonda su un meccanismo inedito, anche se al momento non se ne conoscono alcora i dettagli (probabilmente ci sarà un pay per click simile a quelli di Tripadvisor e Trivago). In ogni caso, Il CEO Khosrowshahi ha dichiarato che le strutture che hanno partecipato ai programmi pilota si sono dette molto soddisfatte dei risultati.
In definitiva, pare di capire che il sistema metterà gli albergatori gli uni contro gli altri, spingendoli a competere con costi salati per avere più visibilità. “Abbiamo trasformato il nostro business nel corso del 2016 verso una sorta di marketplace. Un marketplace dove gli hotel possono competere con le persone giuste – non con noi – competere tra di loro per accaparrarsi il grande traffico e le prenotazione che la nostra piattaforma offre”, spiegano a Expedia.
Insomma, con queste premesse le OTA diventerebbero un posto più competitivo, e più costoso. Non resta che seguire gli sviluppi.


Cicloturismo, il Piemonte è sempre più bikefriendly

Al museo dei Campionissimi di Novi si fa il punto della situazione e si presenta  il nuovo portale Piemontebike

Qualcosa si muove sul fronte del cicloturismo, in Piemonte. Dovrebbe uscire nei prossimi mesi la nuova guida Qui Touring sul turismo a pedali, contenente alcuni percorsi nella regione sabauda. Nel frattempo, Bike Channel di Sky ha mandato in onda un servizio che ha riscosso un notevole successo, con Filippa Lagerback a pedalare tra Volpedo, Castellania e Novi Ligure ad unire i quadri (tra cui il celebre Quarto Stato) di Pellizza, le vecchie strade polverose sulle quali si allenava Fausto Coppi e l’odierno Museo dei Campionissimi.

E proprio nel museo di Novi Ligure si è tenuto lo scorso 15 febbraio l’incontro, promosso da Alexala, agenzia turistica della Provincia di Alessandria, con gli operatori della ricettività già aderenti al progetto. La direttrice Rita Brugnone ha sottolineato “l’importanza di costruire un progetto, in cui il ruolo degli operatori è risultato fondamentale, che possa essere un modello esportabile anche su tutto il territorio piemontese, per costruire una rete di turismo bike strutturata e capace di accogliere i numerosi turisti interessati al nostro territorio , seguendo le linee guida che la Regione sta tracciando in questo periodo”. Paola Casagrande, direttore dell’ufficio di promozione della cultura , del turismo e dello sport della Regione Piemonte, ha ricordato come st sta lavorando a due progetti di cicloturismo di ampio respiro, uno sull’asse Venezia Torino e l’altro lungo il Canale Cavour, sui quali i progetti alessandrini si possono innestare. A tale scopo, la Regione Piemonte ha stanziato un milione di euro per studi di fattibilità sulla realizzazione di una rete ciclabile su vasta scala che metta in contatto i diversi territori. Si è poi ricordata l’esistenza del portale Piemonteciclabile, che costituisce un ottima base di partenza con i suoi percorsi che si snodano lungo tutto il basso Piemonte. Il nuovo sito si chiamerà Piemontebike, a sottolineare una maggiore vocazione internazionale, e presenterà una serie di percorsi selezionabili in base alla tipologia di bici da utilizzare e alle caratteristiche del percorso, oltre ad una selezione di strutture ricettive bikefriendly. Il modello di riferimento, spiega la vicepresidente di Alexala Stefania Grandinetti, è quello tedesco: “L’obiettivo era coinvolgere altri possibili colleghi nello sviluppo di una proposta imprenditoriale a favore di quella che è tutt’altro che una nicchia e che sta sempre più prendendo piede: se si guardano i numeri della Germania e si pensa che viene attraversata da 5 milioni circa di cicloturisti, esperti e meno esperti, anche famiglie, che ogni anno portano un indotto di 9 miliardi di euro… Se si pensa che gli stessi tedeschi ricercano le nostre strade e i nostri territori intatti per pedalare nella storia e nel gusto…”.

martedì 16 febbraio 2016

Blog aziendale, le domande da porsi prima di aprirlo

Strumento utile e, se ben utilizzato, molto potente, il blog va aperto solo dopo un’attenta analisi della propria situazione e, soprattutto, con le idee ben chiare

“Il blog? No, è troppo impegnativo”. Quante volte capita di sentire questa replica alla proposta di aprire un blog aziendale come completamento del piano di social media marketing, turistico o no. Ma è davvero così? In parte. Se da un lato è indiscutibile che nel blog occorra investire tempo e risorse, è anche vero che una piccola struttura o azienda, un paio di aggiornamenti al mese (purché puntuali) sono sufficienti.
Il problema, se mai, è un altro: come attirare i lettori. Solo una platea in ascolto, infatti, garantisce quei ritorni che giustificano l’investimento. E per poter anche solo aspirare a guadagnare pubblico, è fondamentale avere le idee ben chiare sulla direzione che si vuole intraprendere. Ovvero, rispondere a una serie di domande.
La primo, cruciale quesito è, neanche a dirlo: di cosa parlo nel blog? Innanzitutto, è bene tener presente che il blog è più vicino alla filosofia di un social che a quella del sito aziendale. Quindi, meglio evitare di vendere. La regola degli 8/10 tanto importante su Facebook and company, insomma, vale anche qui. Un blog che si riduce ad essere una vetrina contenente una serie di sconti, menu e listini, eventi aziendali, andrà ben poco lontano: per queste cose, c’è già il sito. Il lettore che arriva sul blog è in cerca di altro: vuole essere informato (su argomenti che non vengono trattati da nessun altra parte), oppure vuole essere intrattenuto.
Altra obiezione: la mia azienda\struttura non ha nulla di interessante da raccontare. Nulla di più falso: ogni struttura è unica ed ha una storia irripetibile alle spalle. Partire dalle proprie origini, dalla famiglia, dalla biografia delle persone che stanno dietro all’azienda e l’hanno fatta crescere, è sempre una buona idea. Idem per quanto riguarda la storia del territorio, che spesso nasconde perle sorprendenti.
L’affinità con i social si ritrova anche nello stile, che dev’essere il più possibile informale. Niente a che vedere con i contenuti pubblicati sul sito.
Non è detto, poi, che i contenuti del blog debbano essere solamente testuali. Anche le immagini (magari vecchie fotografie) e i video possono essere preziosi per la narrazione. Possono essere ad esempio riferiti alla preparazione del piatto tipico del territorio, che non si trova da nessun’altra parte.
Insomma, le idee e gli spunti narrativi sono innumerevoli, ma la pianificazione non deve mai mancare: è fondamentale dotarsi di un vero e proprio piano editoriale nel quale decidiamo cosa pubblicare nelle prossime uscite. Ciò ci consente di alternare i vari argomenti, di essere sempre puntuali (se il blog viene aggiornato il lunedì sera alle 18:00, dev’essere il lunedì sera alle 18:00 sempre), e soprattutto di non ritrovarsi improvvisamente a corto di idee.
Nella pianificazione vanno incluse le parole chiave da inserire periodicamente nei titoli e nel testo (sempre in maniera naturale) ai fini del SEO. E se all’inizio è difficile avere lettori, invitare a scrivere sul blog un blogger conosciuto o un influencer nel nostro specifico argomento può essere una buona idea.

Infine, bisogna armarsi di pazienza: per vedere i primi risultati, occorre attendere non meno di sei mesi. Ma se si è fatto tutto per bene, potrebbe valerne la pena.

Storytelling, Instagram è il social preferito dalle aziende

Molti brand pubblicano quotidianamente nuove immagini per raccontarsi e stabilire un rapporto empatico con i clienti

Visual storytelling, content marketing, differenziazione. Sono espressioni sulla bocca di tutti coloro che si occupano di social media marketing nell’ambito del turismo e non solo, ed è largamente condivisa l’opinione che si tratti di strategie fondamentali per chi vuole promuovere la propria attività o struttura on line e sui social. Già, ma dove? Quali sono le piattaforme più efficaci? Quali quelle preferite dalle aziende? A queste domande tenta di rispondere una ricerca condotta da emarketer, nella quale a svettare in cima alle classifiche di gradimento è Instagram.


Ben il 78% delle aziende intervistate ha infatti dichiarato di pubblicare quotidianamente contenuti sul social delle immagini in stile vecchie polaroid (ma non bisogna dimenticare i video, compresi quelli Hyperlapse). Segue Twitter con un 74,6% (dove però aumenta la media di post giornalieri, da 2,3 a 3,3, evidentemente per contrastare lo scorrimento molto veloce delle Tweet List degli utenti e rimanere visibili), mentre è più staccato Facebook che si ferma ad un 64,7%.
Instagram guida inoltre la classifica dei social dove le aziende intervistate hanno dichiarato di voler spendere soldi in campagne pubblicitarie, con un 72% (anche se in questa statistica non si capisce bene che fine abbia fatto Facebook).


Insomma, se i social sono il regno della comunicazione per immagini, Instagram è il luogo prediletto dalle aziende per raccontarsi e promuoversi.

lunedì 8 febbraio 2016

Quest'anno alla Bit anche le ebike a noleggio

Un nuovo modo di usare la bicicletta molto gradito ai turisti, un'esperienza che puoi proporre anche nella tua struttura turistica.


Proporre ai tuoi ospiti una ebike in noleggio significa offrire una nuova esperienza da vivere durante il soggiorno nella tua struttura, un nuovo modo di usare la bicicletta.
Con l'aiuto di un motore elettrico ecologico nuovi turisti si avvicinano al ciclismo e gli appassionati possono aumentare la propria autonomia, scoprendo luoghi altrimenti non raggiungibili...
ItaliaSlow ti offre un comodo noleggio di eBike (anche per periodi stagionali), con consegna e ritiro, manutenzione, assicurazione e attività marketing a prezzi veramente competitivi.
Se vuoi un consiglio e un'offerta personalizzata per la tua struttura, i nostri consulenti sono presenti alla BIT che si terrà a Milano dall' 11 al 13 febbraio (stand Regione Lombardia:AREA LEISURE - PAD 11 B01 - D10).
Scrivici per concordare un appuntamento in Fiera, oppure per ricevere maggiori informazioni via mail.





Facebook, arriva il nuovo algoritmo per il News Feed

Non conta più solo il numero delle interazioni, ma anche la qualità dei contenuti
Come fa Facebook a capire quali sono i contenuti più interessanti da mostrare ad ogni suo utente, in base allo storico delle connessioni (grafo sociale) di questo? Fino a un po’ di tempo fa, l’indicatore giudicato più attendibile era il numero di interazioni (commenti, like, condivisioni). Ma è un indicatore insufficiente. Spesso, infatti, gli utenti possono trovare interessante un contenuto, spenderci del tempo a leggerlo interamente o addirittura salvare il link sul proprio pc, senza interagire su Facebook.
Zuckerberg e i suoi lo sanno, e infatti già da tempo sono andati oltre, e hanno iniziato a misurare il tempo che gli utenti trascorrono su un link come indicatore del fatto che quel contenuto sia interessante per loro, anche se non vi interagiscono. Ora c’è di più: grazie al lungo lavoro del Quality Panel (un gruppo di professionisti della comunicazione pagati per stare su Facebook e capire quali contenuti funzionano di più) oltre che di gruppi di utenti selezionati e monitorati in giro per il mondo, Facebook ha affinato gli strumenti che gli consentono di capire quali post interessano di più le persone, e quindi meritano di ricevere più visibilità. La ricetta esatta del nuovo algoritmo è ovviamente segreta, ma da Menlo Park si sono premurati di far sapere agli amministrazioni delle Pagine che il nuovo algoritmo, anche se nella maggior parte del casi passerà inosservato, potrebbe causare qualche modifica nella visibilità dei post. Ovvero: i post di qualità (leggi: più interessanti per gli utenti) verranno “spinti” nel News Feed e riceveranno maggiore visibilità.

Quanto basta per ribadire ancora una volta la regola aurea: i contenuti di qualità sono quelli che pagano. Meglio se contengono qualcosa di unico, che possiamo raccontare solo noi.

martedì 2 febbraio 2016

Sito web e fiducia, cosa fare per trasmetterla

Quali sono i fattori che migliorano la percezione di affidabilità in chi atterra sul sito, e cosa fare per migliorarla

Cosa spinge un turista che ancora non ci conosce a prenotare un soggiorno presso la nostra struttura? Certo, la reputazione on line e le recensioni giocano un ruolo cruciale, ma altrettanto si può dire del sito. Che, prima di tutto, deve trasmettere fiducia. Ma quali sono i fattori che aumentano la percezione di affidabilità da parte del cliente, o potenziale tale? E’ ciò che cerca di scoprire Cam Secore di Moz nella sua estesa trattazione.
Per prima cosa, anche dal punto di vista temporale, viene l’impatto visivo. Un sito che si presenta bene, esteticamente gradevole e curato, fa una prima impressione migliore. Il visual design è composto da molti fattori, dal layout, ai colori, ai font scelti, fino ovviamente alle immagini: tutto deve tendere ad una certa “coerenza” interna, in modo da dare l’idea di professionalità e di cose fatte non a caso. I layout semplici, lineari e puliti sono in genere quelli preferiti.
Per quanto riguarda le immagini: meglio abbondare. Diversi studi dimostrano che i clienti preferiscono i siti di strutture che mostrano ampie gallerie comprendenti ogni angolo della struttura.
In secondo luogo, bando ai banner. Chi naviga li considera una scocciatura, nonché un modo poco serio per attirare l’attenzione o carpire click: decisamente meglio evitare.
Riguardo alle immagini, meglio evitare quelle stock. Anche se un buon fotografo può essere costoso, meglio investire per avere immagini proprie piuttosto che ricorrere a quelle comprate dal web, che per quanto di buona qualità non fanno una buona impressione sul cliente. Il top è metterci la faccia, letteralmente, ovvero pubblicare una foto del proprietario o gestore della struttura. Meglio ancora, una sezione “chi siamo”, o “il nostro team”, con foto, nome e cognome e mansione di ogni collaboratore.
Sono ovviamente da evitare come la peste i link non (più) funzionanti, mentre un fattore determinante è la velocità di caricamento delle pagine, oltre al fatto che la navigazione sia user friendly. Un sito costantemente aggiornato e con contenuti freschi dà poi un’impressione di cura, al contrario di uno con informazioni vecchie (ad esempio il classico menu di Capodanno ancora on line a San Valentino).

Infine: se c’è un dettaglio per il quale è opportuno investire in un buon grafico, quello è il logo. E’ il logo che esprime l’identità del brand e comunica la cura per i dettagli: meglio che sia ben fatto.

Reputazione on line, i segreti di Booking.com

Il portale rivela i fattori vincenti per far felici i clienti in una video intervista


Reputazione on line, croce e delizia. Per chi gestisce una struttura ricettiva e fa social media marketing turistico, avere voti alti su Tripadvisor e Booking è sinonimo di successo. Facile a dirsi, meno a farsi. Ecco allora che proprio Booking dà qualche consiglio: in una video intervista a gestori di strutture che sul portale hanno un bel 10 in pagella, vengono rivelati trucchi e segreti per far felici i propri clienti in modo che siano incentivati a parlare bene della struttura che li ha ospitati.
Il video si intitola “Come deliziare i vostri ospiti”, e gli albergatori intervistati hanno individuato 4 fattori cruciali per migliorare la reputazione on line:
1.    L’atmosfera di casa. Spesso, le strutture che hanno i rating più alti sono piccoli B&B con poche camere, dove gli ospiti si sentono coccolati e respirano l’atmosfera di una casa privata. Non è solo questione di arredo e intimità degli spazi: conta anche il calore dell’accoglienza ed il rapporto che si instaura con l’albergatore.
2.  Le attenzioni personalizzate. Dal momento del ceckin alla colazione, piccoli gesti di cortesia vengono percepiti come altamente qualificanti dal cliente. Un vaso profumato di fiori freschi in camera, una torta appena sfornata a colazione fanno la differenza.
3.    Il rapporto diretto. Il terzo punto si muove di nuovo nella direzione del rapporto umano: i clienti dimostrano di apprezzare il proprietario o gestore che si ferma a fare due chiacchiere con loro, a bere un bicchiere di vino o a raccontare i segreti del territorio. Creare una connessione personale migliora di molto la qualità percepita del soggiorno.
4.   La generosità. Ça va sans dire, i clienti mostrano di gradire l’oste generoso. Dove per generoso si intende che dia l’impressione di non lavorare solo per il guadagno, ma per rendere felici gli ospiti. Un piccolo omaggio è ovviamente sempre gradito, ma si può anche tornare al punto precedente: un albergatore che trascorre tempo con i propri ospiti, che si “spende” per loro, appare ugualmente generoso.
Certo, è tutto molto bello ma realistico solo per B&B con due o tre camere: al crescere delle dimensioni della struttura, avere rapporti diretti e personalizzati con ogni singolo cliente diventa una chimera. Ma se raggiungere la perfezione è pressoche impossibile, raccogliere qualche spunto per migliorarsi può sempre essere utile.