Non
conta più solo il numero delle interazioni, ma anche la qualità dei contenuti
Come
fa Facebook a capire quali sono i contenuti più interessanti da mostrare ad
ogni suo utente, in base allo storico delle connessioni (grafo sociale) di
questo? Fino a un po’ di tempo fa, l’indicatore giudicato più attendibile era
il numero di interazioni (commenti,
like, condivisioni). Ma è un indicatore insufficiente. Spesso, infatti, gli
utenti possono trovare interessante un contenuto, spenderci del tempo a
leggerlo interamente o addirittura salvare il link sul proprio pc, senza
interagire su Facebook.
Zuckerberg
e i suoi lo sanno, e infatti già da tempo sono andati oltre, e hanno iniziato a
misurare il tempo che gli utenti
trascorrono su un link come indicatore del fatto che quel contenuto sia
interessante per loro, anche se non vi interagiscono. Ora c’è di più: grazie al
lungo lavoro del Quality Panel (un
gruppo di professionisti della comunicazione pagati per stare su Facebook e
capire quali contenuti funzionano di più) oltre che di gruppi di utenti selezionati e monitorati in giro per il mondo,
Facebook ha affinato gli strumenti che gli consentono di capire quali post interessano di più le persone,
e quindi meritano di ricevere più visibilità. La ricetta esatta del nuovo
algoritmo è ovviamente segreta, ma da Menlo Park si sono premurati di far
sapere agli amministrazioni delle Pagine che il nuovo algoritmo, anche se nella
maggior parte del casi passerà inosservato, potrebbe causare qualche modifica nella visibilità dei post. Ovvero: i post
di qualità (leggi: più interessanti per gli utenti) verranno “spinti” nel News
Feed e riceveranno maggiore visibilità.
Quanto
basta per ribadire ancora una volta la regola aurea: i contenuti di qualità
sono quelli che pagano. Meglio se contengono qualcosa di unico, che possiamo
raccontare solo noi.
Nessun commento:
Posta un commento