Strumento
utile e, se ben utilizzato, molto potente, il blog va aperto solo dopo un’attenta
analisi della propria situazione e, soprattutto, con le idee ben chiare
“Il
blog? No, è troppo impegnativo”. Quante volte capita di sentire questa replica
alla proposta di aprire un blog
aziendale come completamento del piano di social media marketing, turistico
o no. Ma è davvero così? In parte. Se da un lato è indiscutibile che nel blog
occorra investire tempo e risorse, è anche vero che una piccola struttura o
azienda, un paio di aggiornamenti al mese (purché puntuali) sono sufficienti.
Il
problema, se mai, è un altro: come attirare i lettori. Solo una platea in
ascolto, infatti, garantisce quei ritorni che giustificano l’investimento. E
per poter anche solo aspirare a guadagnare pubblico, è fondamentale avere le
idee ben chiare sulla direzione che si vuole intraprendere. Ovvero, rispondere
a una serie di domande.
La
primo, cruciale quesito è, neanche a dirlo: di cosa parlo nel blog? Innanzitutto, è bene tener presente che il
blog è più vicino alla filosofia di un
social che a quella del sito aziendale. Quindi, meglio evitare di vendere.
La regola degli 8/10 tanto importante su Facebook and company, insomma, vale
anche qui. Un blog che si riduce ad essere una vetrina contenente una serie di
sconti, menu e listini, eventi aziendali, andrà ben poco lontano: per queste
cose, c’è già il sito. Il lettore che arriva sul blog è in cerca di altro:
vuole essere informato (su argomenti
che non vengono trattati da nessun altra parte), oppure vuole essere intrattenuto.
Altra
obiezione: la mia azienda\struttura non ha nulla di interessante da raccontare.
Nulla di più falso: ogni struttura è unica ed ha una storia irripetibile alle spalle. Partire dalle proprie origini,
dalla famiglia, dalla biografia
delle persone che stanno dietro all’azienda e l’hanno fatta crescere, è sempre
una buona idea. Idem per quanto riguarda la storia del territorio, che spesso nasconde perle sorprendenti.
L’affinità
con i social si ritrova anche nello stile, che dev’essere il più possibile
informale. Niente a che vedere con i contenuti pubblicati sul sito.
Non
è detto, poi, che i contenuti del blog debbano essere solamente testuali. Anche
le immagini (magari vecchie
fotografie) e i video possono essere
preziosi per la narrazione. Possono essere ad esempio riferiti alla
preparazione del piatto tipico del
territorio, che non si trova da nessun’altra parte.
Insomma,
le idee e gli spunti narrativi sono innumerevoli, ma la pianificazione non deve
mai mancare: è fondamentale dotarsi di un vero e proprio piano editoriale nel quale decidiamo cosa pubblicare nelle prossime
uscite. Ciò ci consente di alternare i vari argomenti, di essere sempre
puntuali (se il blog viene aggiornato il lunedì sera alle 18:00, dev’essere il
lunedì sera alle 18:00 sempre), e
soprattutto di non ritrovarsi improvvisamente a corto di idee.
Nella
pianificazione vanno incluse le parole
chiave da inserire periodicamente nei titoli e nel testo (sempre in maniera
naturale) ai fini del SEO. E se
all’inizio è difficile avere lettori, invitare a scrivere sul blog un blogger
conosciuto o un influencer nel nostro specifico argomento può essere una buona
idea.
Infine,
bisogna armarsi di pazienza: per vedere i primi risultati, occorre attendere
non meno di sei mesi. Ma se si è
fatto tutto per bene, potrebbe valerne la pena.
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