martedì 16 febbraio 2016

Blog aziendale, le domande da porsi prima di aprirlo

Strumento utile e, se ben utilizzato, molto potente, il blog va aperto solo dopo un’attenta analisi della propria situazione e, soprattutto, con le idee ben chiare

“Il blog? No, è troppo impegnativo”. Quante volte capita di sentire questa replica alla proposta di aprire un blog aziendale come completamento del piano di social media marketing, turistico o no. Ma è davvero così? In parte. Se da un lato è indiscutibile che nel blog occorra investire tempo e risorse, è anche vero che una piccola struttura o azienda, un paio di aggiornamenti al mese (purché puntuali) sono sufficienti.
Il problema, se mai, è un altro: come attirare i lettori. Solo una platea in ascolto, infatti, garantisce quei ritorni che giustificano l’investimento. E per poter anche solo aspirare a guadagnare pubblico, è fondamentale avere le idee ben chiare sulla direzione che si vuole intraprendere. Ovvero, rispondere a una serie di domande.
La primo, cruciale quesito è, neanche a dirlo: di cosa parlo nel blog? Innanzitutto, è bene tener presente che il blog è più vicino alla filosofia di un social che a quella del sito aziendale. Quindi, meglio evitare di vendere. La regola degli 8/10 tanto importante su Facebook and company, insomma, vale anche qui. Un blog che si riduce ad essere una vetrina contenente una serie di sconti, menu e listini, eventi aziendali, andrà ben poco lontano: per queste cose, c’è già il sito. Il lettore che arriva sul blog è in cerca di altro: vuole essere informato (su argomenti che non vengono trattati da nessun altra parte), oppure vuole essere intrattenuto.
Altra obiezione: la mia azienda\struttura non ha nulla di interessante da raccontare. Nulla di più falso: ogni struttura è unica ed ha una storia irripetibile alle spalle. Partire dalle proprie origini, dalla famiglia, dalla biografia delle persone che stanno dietro all’azienda e l’hanno fatta crescere, è sempre una buona idea. Idem per quanto riguarda la storia del territorio, che spesso nasconde perle sorprendenti.
L’affinità con i social si ritrova anche nello stile, che dev’essere il più possibile informale. Niente a che vedere con i contenuti pubblicati sul sito.
Non è detto, poi, che i contenuti del blog debbano essere solamente testuali. Anche le immagini (magari vecchie fotografie) e i video possono essere preziosi per la narrazione. Possono essere ad esempio riferiti alla preparazione del piatto tipico del territorio, che non si trova da nessun’altra parte.
Insomma, le idee e gli spunti narrativi sono innumerevoli, ma la pianificazione non deve mai mancare: è fondamentale dotarsi di un vero e proprio piano editoriale nel quale decidiamo cosa pubblicare nelle prossime uscite. Ciò ci consente di alternare i vari argomenti, di essere sempre puntuali (se il blog viene aggiornato il lunedì sera alle 18:00, dev’essere il lunedì sera alle 18:00 sempre), e soprattutto di non ritrovarsi improvvisamente a corto di idee.
Nella pianificazione vanno incluse le parole chiave da inserire periodicamente nei titoli e nel testo (sempre in maniera naturale) ai fini del SEO. E se all’inizio è difficile avere lettori, invitare a scrivere sul blog un blogger conosciuto o un influencer nel nostro specifico argomento può essere una buona idea.

Infine, bisogna armarsi di pazienza: per vedere i primi risultati, occorre attendere non meno di sei mesi. Ma se si è fatto tutto per bene, potrebbe valerne la pena.

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