lunedì 14 settembre 2015

Instagram, best practices per foto doc

I migliori consigli per scattare foto coinvolgenti e virali sul social delle immagini, suggeriti da professionisti del settore

La foto perfetta non esiste. Ma la ricerca di quella che buca lo schermo e spinge gli utenti di Instagram a premere il “cuoricino” o a condividerla è incessante, e coinvolge chiunque faccia comunicazione social per la propria azienda.
Ecco allora che il magazine on line Quarz ha chiesto ad alcuni esperti quali sono le pratiche migliori da seguire per ottenere foto “che spaccano” sul social delle immagini in stile Polaroid.
Innanzitutto, è meglio non usare l’app di Instagram per scattare le foto. Le app native della fotocamera su ogni dispositivo sono, in genere, migliori: permettono ad esempio di zommare (anche se sempre di zoom digitale si tratta). Meglio quindi ricorrere a queste per scattare le foto. Esistono poi app, come Camera+ per iPhone, che consentono di correggere i difetti delle foto e migliorarle ulteriormente.
Ci sono poi le sane, vecchie regole di composizione che vengono insegnate come l’abc della fotografia ad ogni corso, e che è bene non scordare neanche su Instagram. Parliamo innanzitutto della regola dei terzi, fondamentale soprattutto nel ritrarre paesaggi: consiste nell’applicare idealmente allo schermo due linee verticali e due orizzontali, in modo da suddividerlo in nove quadrati, e fare quindi scatti in cui gli elementi salienti del panorama siano posizionati in corrispondenza delle linee o, meglio, delle loro intersezioni (ad un terzo dello schermo, appunto). La regola dei terzi, fondamentale quando fotografiamo un paesaggio, trova però delle eccezioni in altri ambiti, per esempio quando l’aspetto simmetrico dell’immagine è rilevante, come in un primo piano di un volto: in questi casi conviene ignorarla e posizionare gli elementi principali, come gli occhi, al centro dello schermo.
Ecco poi un consiglio banale, ma che viene spesso ignorato: scattate molte foto. I fotografi professionisti fanno centinaia di scatti per ottenerne una manciata di buoni: se così si comportano loro, che sono appunto professionisti, a maggior ragione lo stesso dovrebbe fare chi professionista non è.
Il lavoro di post produzione, poi, è importante anche per le foto da pubblicare su Instagram. A riguardo, esistono app che, pur senza raggiungere il livello di Photoshop, permettono comunque di migliorare notevolmente gli scatti originali: si va da Snapseed per eliminare le ombre fastidiose, a VSCO Cam per correggere i colori, a TouchRetouch per eliminare un oggetto dalla foto.
Anche i celeberrimi filtri di Instagram rischiano ormai di apparire banali e superati. Meglio sperimentarne di nuovi, come quelli di Rookie o Fadie. Ricordando che per i filtri la regola aurea è mai apparire eccessivi. Se un filtro leggero può fare bene alla foto, uno troppo pesante rischia di rovinarla.

Ma la la vera regola aurea, per ogni azienda, è scoprire cosa piace al propri utenti\clienti, e pubblicare immagini di conseguenza. A tale riguardo, se esistono parametri generali (ad esempio, le foto in cui predomina il blu ottengono in media più cuoricini di quelle in cui prevale il rosso), ogni azienda ha un proprio pubblico, con dei gusti specifici. E per scoprirli, non resta che sperimentare, indagare e, perché no, chiedere.

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