martedì 2 settembre 2014

Facebook premia i contenuti di qualità

A Menlo Park dichiarano guerra ai link “furbi” e puntano a valorizzare i post che piacciono davvero agli utenti
“Incredibile: guarda cosa combina questo gattino”. “Il video che ha commosso il web, clicca qui”. Sono migliaia gli esempi che si possono fare, per indicare quel fenomeno preciso che in inglese chiamano “click-baiting”: la costruzione di contenuti acchiappa click, pensati e creati per diventare virali sui social network, Facebook in primis.
Anche per chi gestisce la pagina fan di una struttura, la tentazione di ricorrere a trucchetti del genere potrebbe farsi strada. Ma non è detto che sia una buona idea. Infatti per Zuckerberg e i suoi, questi post, benché virali, costituiscono un problema: gli utenti, dopo aver cliccato sul titolo spinti dalla curiosità, si trovano spesso di fronte un contenuto scadente, che abbandonano delusi. Il guaio è che nel frattempo quel post ha generato un gran numero di click, quindi sarà stato spinto in alto nell’algoritmo di visibilità di Facebook.
A Menlo Park avevano già ideato una strategia per combattere questi link “furbi” (ne avevamo parlato qui ), ed ora annunciano di averla ulteriormente affinata . Il trucco che sta alla base di questo meccanismo è del resto piuttosto semplice: si tratta di lasciar intuire contenuti mirabolanti, senza però specificare di preciso in cosa consisterebbero. Gli indicatori che gli uomini del social in blu hanno individuato per smascherare il trucco sono i seguenti:
- Tempo trascorso sulla pagina .Se, dopo aver cliccato su un link, gli utenti vi trascorrono in media un po’ di tempo, significa che evidentemente giudicano interessante ciò che hanno trovato. Se al contrario ritornano su Facebook subito dopo, hanno probabilmente giudicato deludente il contenuto.
- Le interazioni con il contenuto, una volta tornati su Facebook. Se dopo aver letto un articolo molti utenti cliccano mi piace o lo condividono su Facebook, si tratta evidentemente di qualcosa di interessante. Meno, se non ci sono interazioni.
Zuckerberg, si sa, non ama che i suoi utenti abbandonino il social network. Ma se proprio devono farlo, sembra voler dire il CEO di Facebook, deve accadere per contenuti di qualità, che noi avremo selezionato per loro.
Insomma, un po’ come gli ultimi algoritmi di Google tendono sempre più a premiare i contenuti di qualità ai fini del SEO, così anche Facebook sembra muoversi nella stessa direzione per quanto riguarda la visibilità dei post pubblicati dalle pagine fan. Creare contenuti di qualità ed evitare facili scorciatoie sembra quindi il mantra del web 2.0. Un dogma da tenere bene a mente, per chi fa social media marketing per la propria struttura.




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