Il
social del momento annuncia una rivoluzione in stile Facebook: post non più in
ordine cronologico, ma personalizzati da un algoritmo per i singoli utenti.
Cosa implica per chi fa social media marketing turistico

Cosa
significa? Che l’ordine nel quale i post appaiono sul social delle immagini
diventerà simile a quello in vigore ormai da tempo su Facebook: non più
cronologico, ma ordinato da un algoritmo
che tiene conto degli interessi e del numero di interazioni di ogni singolo
utente con coloro che segue (come spiegano gli stessi sviluppatori sul blogufficiale di Instagram .
La
rivoluzione annunciata ha provocato una sollevazione popolare tra gli utenti,
che tra colpi di hashtag #keepinstagramchronological
e petizioni su Change.org stanno implorando i vertici di non
abbandonare l’ordine cronologico. In realtà, questi ultimi hanno annunciato che
il cambiamento non sarà repentino, bensì introdotto gradualmente e, almeno
all’inizio, per un numero limitato di utenti.
La notizia ha
gettato nello sconforto anche celebrità e influencer, preoccupati di perdere
visibilità. Molti si sono precipitati ad invitare gli utenti ad attivare le notifiche per i loro profili, per far
sì che se ne riceva una ogni volta che pubblicano qualcosa. Il problema è che
se un utente segue cinquanta profili, e questi in media pubblicano tre post al
giorno, significa ritrovarsi intasati da 150 notifiche quotidiane: non il
massimo.
Cosa fare, quindi,
se si fa social media marketing turistico per la propria attività e non si
vuole perdere visibilità su Instagram? Un po’ come avviene su Facebook,
conviene fidarsi dell’algoritmo. Che già da tempo, sul social di Zuckerberg,
quando si accede dopo un po’ di tempo mostra per primi i post che corrispondono
ai nostri interessi, e quelli degli amici con cui interagiamo con maggiore
frequenza. Per avere buone chance di apparire in cima ai feed di coloro che ci
seguono, dunque, non c’è strada migliore che interessare, incuriosire,
stimolare chi ci legge, magari con delle call to action per incentivare le
interazioni.
Insomma: l’algoritmo
rende il newsfeed un posto meritocratico, quindi chi è più bravo emerge.