lunedì 18 aprile 2016

Google, svelati i fattori del ranking



In una recente intervista, Andrey Lipattsev (Search Quality Senior Strategist di Google), ha rivelato alcuni ingredienti fondamentali della ricetta per il posizionamento

E’ come la ricetta della Coca Cola. Lo si dice per indicare qualcosa la cui composizione resta misteriosa e sconosciuta. E l’algoritmo che determina il ranking di Google rientra a pieno titolo in questa categoria. Almeno, vi rientrava fino a ieri, con i suoi oltre 200 ingredienti segreti. Da oggi, un po’ di meno. In una recente intervista in live streaming organizzata da Web Promo Expert, infatti, Andrey Lipattsev (Search Quality Senior Strategist di Google), è uscito allo scoperto e ha fatto nomi e cognomi. Nel dettaglio, ha parlato di contenuti e link che portano al sito. In quale ordine? Ora non esageriamo, non si può sapere tutto: “non c’è un ordine”, ha risposto Lipattsev.


Il che, sinceramente, non aggiunge più di tanto a quanto già sospettavamo. Piuttosto: e RankBrain che fine ha fatto? Il sistema di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico, volto a superare le parole chiave e favore della ricerca semantica e dei contenuti di qualità, era stato indicato dai guru di Mountain View addirittura come il terzo fattore. Ora che conosciamo i primi due, verrebbe da dire che abbiamo fatto bingo. E invece no, perché nel frattempo RankBrain, pur restando importante, è stato declassato: potrebbe non avere lo stesso peso su tutte le query. Secondo quanto rilasciato da fonti interne a Google, infatti, RankBrain potrebbe avere un impatto sulle query recenti (ad esempio il 15% di query nuove digitate ogni giorno dagli utenti), e caratterizzate dalla coda lunga; ma avere un impatto molto minore, se non nullo, sulle query corte, vecchie e molto digitate. Insomma, RankBrain potrebbe essere il famigerato terzo fattore nelle prime, e non nelle seconde. Sulla questione, così si è espresso Lipattsev: “La questione del terzo posto è fortemente controversa. Prendete le cose con le pinze”.

Instagram, le app per personalizzare le proprie foto



Se i filtri seppia o lo fi ormai sono banali e usati da tutti, queste app forniscono una soluzione per differenziarsi

Sempre più frequentato, sempre più amato, sempre più utilizzato per il social media marketing turistico della propria attività. Instagram è il social network del momento, ma proprio per questo il rischio è di passare inosservati nel mare di foto e hashtag. Una soluzione può essere differenziarsi, fare in modo che i propri scatti siano diversi dagli altri e non usino i soliti, banali filtri. E qui vengono in nostro aiuto app pensate apposta per questo scopo. Vediamone alcune.
Enlight è stata definita da Apple addirittura la migliore app di foto editor all-in-one. Costa 3,99 euro, è disponibile solo per dispositivi iOs ma consente di trasformare i propri scatti in vere e proprie opere d’arte.

Instagram è il social delle immagini, ma spesso le parole possono esprimere quel qualcosa in più che la sola foto. E non intendiamo la banale didascalia, ma proprio parole e frasi aggiunte dentro l’immagine. L’effetto, spesso, è sorprendente. Ecco allora SnapPen, di nuovo riservata a dispositivi iOs e al costo di 0,99 euro.
Sono ovunque. Sono la moda del momento. Sono virali. Parliamo delle gif, le immagini animate da guardare e riguardare in loop. Ecco allora Giphy Cam, sempre per iOs, che trasforma gli scatti in gif accattivanti e pronte a diffondersi a macchia d’olio.
Black, disponibile di nuovo per iOs, è invece dedicata a chi ama il bianco e nero e non si accontenta del solito filtro Moon. Intuitiva e semplice da utilizzare, è gratuita nella sua versione base ma offre feature aggiuntive al costo di 0,99 euro.