martedì 26 maggio 2015

SEO su Pinterest, ecco come farlo

La Best Practice Guide del social per immagini dà alcuni suggerimenti per farsi trovare dagli altri utenti

Pinterest, si sa, ha il suo folto numero di utenti fedeli, ed è in continua crescita. E’ ormai indispensabile, quindi, essere presenti con la propria struttura o attività. Il problema, però, è sempre lo stesso: come aumentare i propri follower? Ovvero: come ottenere visibilità? Vengono in nostro aiuto con una serie di consigli proprio quelli di Pinterest, con la loro Best Practice Guide. I suggerimenti sono molto dettagliati e pratici.
Per esempio, per quanto riguarda le ricette, che evidentemente sono molto cliccate dagli utenti di Pinterest, il consiglio è di descrivere con precisione i singoli ingredienti ed il modo in cui si procede con la preparazione. Per i viaggi, può essere utile descrivere le attività che si possono compiere in una determinata località. Insomma, è fondamentale fornire didascalie esaustive e comprensive di tutte le parole chiave (ma il team di Pinterest sconsiglia l’abuso degli hashtag). Quando si sceglie un tema specifico, o un hashtag particolare, è bene concentrarcisi e continuare ad utilizzarlo, piuttosto che utilizzarlo per una manciata di Pin e poi abbandonarlo. Questo in quanto gli utenti potrebbero decidere di seguirci, ed appassionarsi alla nostra board, proprio perché attraverso la trattazione di un determinato argomento, il tutto finisce per l’assomigliare ad un racconto per immagini (basta pensare al susseguirsi dei lavori e delle stagioni in un orto, in un frutteto o in un giardino).
Inoltre, la Guida ci informa che le immagini ad alta qualità (almeno 600 pixel di larghezza) sono quelle che ottengono maggiore visibilità. Sono d’aiuto, poi, il tasto Pin it ed il ricorso ai Rich Pin. Fondamentale “pinnare” quotidianamente, e promuovere il proprio account Pinterest anche altrove (per esempio su Facebook).
Insomma: ci sono molti utenti che navigano all’interno di Pinterest utilizzandone il motore di ricerca interno come se fosse Google. Essere ben visibili, va a tutto vantaggio della nostra struttura.

Titoli ed Headline, l’importanza di farli bene

Sono due cose diverse, ma in entrambi i casi l’uso delle parole giuste fa la differenza

Due decimi di secondo. E’ il lasso di tempo, sorprendentemente breve, che impeghiamo in media per decidere se cliccare su un contenuto on line oppure ignorarlo. In pratica, il primo colpo d’occhio al titolo fa la differenza. Non solo: anche quando ci troviamo di fronte sia il titolo che il contenuto, 8 volte su 10 non andiamo oltre il primo, e non leggiamo il secondo. Insomma: il titolo giusto fa la differenza tra veder arrivare i sospirati click, o no.
A questo punto, però, occorre distinguere tra titolo vero e proprio, ed headline. Perché, sebbene i due termini vengano utilizzati in italiano praticamente come sinonimi, in realtà sono due cose ben differenti (specialmente con riferimento all’originario inglese title).
L’headline è infatti la scritta che compare in alto sulla pagina, sull’etichetta della tab per quasi tutti i browser. Ed è anche quello, verosimilmente, che compare e scompare come un post-it quando passiamo con il cursore del mouse sompra ad un link. Ebbene: gli headline sono pensati ad uso e consumo degli utenti. E’ in essi, quindi, che è bene riporre la massima attenzione nell’utilizzo delle parole “acchiappa-click”. Cercando innanzitutto di essere utili (o almeno dare l’impressione di esserlo): è uno dei metodi più efficaci per attirare l’attenzione degli utenti. Proporre poi contenuti unici, o almeno rari, è sempre una buona mossa: per esempio, parlare di un argomento che pochi trattano è un buon modo per attirare chi a quell’argomento è interessato. Ricorrere agli elenchi numerati va di gran moda e pare funzionare (es: come scrivere un buon articolo in 10 punti). Tra i trucchi che è possibile utilizzare, c’è quello di scrivere ogni parola facendola iniziare dalla maiuscola (dà un senso d’importanza a ciò che dobbiamo comunicare).
Il Title, invece, è il titolo vero e proprio del contenuto, ed è anche quello che compare dopo il link nei risultati dei motori di ricerca. E, sorpresa, va pensato più per questi ultimi che per gli utenti. Cercando, quindi, di capire il modo in cui i motori di ricerca “ragionano”. Da qui, l’importanza di usare tutte le parole chiave (meglio se nel titolo compare il nome della nostra struttura o attività), di comporre un titolo “unico” (se lo stesso titolo compare uguale identico da più parti, per i motori di ricerca sarà un “doppione”), e che sia il più corto possibile (meno di 60 caratteri). C’è da aggiungere, tuttavia, che con gli ultimi aggiornamenti di Hummingbird , il più recente algoritmo di Google, l’intelligenza del motore di ricerca si è fatta sempre più sofisticata, cosicché oggi titoli troppo rigidi ed artificiali vengono per così dire “scoperti” e danneggiati nel posizionamento.
In conclusione, titolo ed headline possono essere, nella stragrande maggioranza dei casi, giocoforza molto simili tra di loro. Spesso, però, non identici. L’headline potrà essere più lungo e ricorrere ai trucchi del mestiere che abbiamo visto al fine di acchiappare i click. Il titolo, dal canto suo, potrà essere più scarno e limitarsi alle parole chiave per piacere ai motori di ricerca.

martedì 5 maggio 2015

Facebook e visibilità: piccolo è bello

Una ricerca di locowise.com dimostra che le Pagine Fan con pochi like ottengono performance migliori di quelle con milioni di iscritti

E’ finita l’età dell’oro. Su questo, non ci piove. Che, in media, un post pubblicato da una pagina Fan raggiunga una percentuale sempre più risicata del totale degli iscritti (la cosiddetta “reach”), è ormai risaputo. Se si vogliono ottenere performance migliori, occorre ricorrere alle soluzioni a pagamento.
Ora però una ricerca condotta da locowise sfata, almeno in parte, questo mito. E la notizia sembra essere particolarmente buona per le piccole Pagine Fan, quelle da poche migliaia di iscritti. Che paiono ottenere, con i propri contenuti organici (cioè pubblicati senza ricorrere a soluzioni a pagamento), performance migliori rispetto alle Pagine da milioni di like.
Quelli di locowise hanno condotto la loro ricerca su un campione di 5000 Pagine, con un numero di fan variabile da meno di 1000 a oltre un milione, e ne hanno monitorato le performace durante lo scorso mese di marzo. Ebbene, il grafico qui sotto, che riassume i risultati, parla chiaro: le Pagine più grandi, da oltre un milione di fa, si fermano ad un misero 2,27 di “reach”, mentre quelle più piccole, da meno di 1000 “mi piace”, raggiungono un ragguardevole 22.80.


E per quanto riguarda l’engagement? In questo caso, che si sia grandi o piccoli, sembra cambi poco: i post con video o immagini sono quelli che ottengono più interazioni, seguiti da quelli con link.


Per migliorare ulteriormente le performance, tuttavia, è sempre consigliabile mixare più tecniche all’interno dello stesso post: includere cioè sia un link che un’immagine appropriata, ovvero che rimandi al contenuto del link, aiuta le persone a capire al primo sguardo che cosa stiamo comunicando e, se sono interessate, a cliccarci su.
Insomma, l’età dell’oro sarà pure finita, ma qualche pepita si può ancora raccogliere. Non resta che munirsi di setaccio “social” e mettersi al lavoro.