lunedì 23 febbraio 2015

Mobile marketing, ecco gli ultimi numeri

Una ricerca statunitense svela statistiche e novità sull’utilizzo di smartphone e tablet

Quelli di WebDAM, agenzia web a stelle e strisce, hanno elaborato l’interessante infografica che pubblichiamo qui a lato, riguardo al mobile marketing. Ecco riassunti i dati principali: nel mondo ci sono 1,4 miliardi di smartphone; una ricerca sui motori di ricerca su 4 viene eseguita da mobile; Al momento, Android batte iOs con un 52% del mercato contro il 40%; Apple si prende però la rivincita con i tablet, l’88% dei quali è un iPad, contro il 9% di Samsung Galaxy Tab; Facebook è la app più utilizzata.
Fin qui, i dati principali. Ma ve ne sono altri che riguardano più da vicino chi fa mobile marketing per la propria struttura (sebbene occorra tenete conto del fattro che i dati si basano su un campione di ricerca americano): il 45% delle campagne di mobile marketing sfruttano il download di una app; il 59% delle persone intervistate trova utili le campagne pubblicitarie su mobile; quando un utente trova un immagine pubblicitaria da mobile, tende ad essere  più attento; gli sms contenenti coupon sono 8 volte più produttivi delle email promozionali; il 40% delle persone che eseguono una scansione di un QR Code, poi procedono all’acquisto; il Local Advertising rappresenterà il 58% degli investimenti nel 2016; le entrate dagli investimenti mobile saliranno più del doppio pari a 24,5 miliardi di dollari dal 2016.
A fianco, l’infografica completa.

Tumblr, nuove armi per sfidare Medium

E’ guerra aperta tra le due piattaforme di social blogging. Ecco le novità introdotte dalla prima.

Sono entrambi molto “cool”, e sembrano essere la moda del momento. Un po’ social e un po’ blog, sono l’ideale per chi desidera uno spazio espressivo che si differenzi dai soliti social network, ma senza l’impegno richiesto dal classico blog. Con il plus garantito dall’essere comunque piattaforme sociali, dove quindi è più facile essere scoperti e letti. Stiamo parlando di Tumblr  e Medium, i due “social blog”.
Così simili negli intenti, eppure così diversi nella forma. Se Tumblr è l’esaltazione della multimedialità, dell’espressione grafica e del colore, infatti, Medium è l’esatto opposto: veste grafica minimale e spazio riservato ai contenuti testuali. Ciò non toglie che stiano entrambi raccogliendo utenti e consensi. Lo scontro per accaparrarsi i numeri più grossi, dunque, è inevitabile.
Ed è in quest’ottica che Tumblr ha introdotto le ultime novità. A partire dalla propria versione mobile, ora più veloce e facile da navigare, per proseguire con la gestione delle notifiche push. Più possibilità anche per il salvataggio dei post nelle bozze, mentre compare un tasto apposito per accedere alla fotocamera del proprio dispositivo, scattare una foto e pubblicarla al volo.
Ma la novità forse più accattivante risiede nel nuovo tool di formattazione: si tratta di una finestra pop up e permette di formattare il testo (grassetti, corsivi, maiuscoli, ecc.) in tempo reale mentre si sta scrivendo. Grazie al nuovo tasto “+”, inoltre, è possibile embeddare contenuti multimediali (link, immagini, video) in modo facile e veloce.
Quest’ultima funzione, in particolare, richiama proprio quella, omologa, prevista da Medium. Guerra tra piattaforme di social blogging, insomma. A tutto vantaggio di chi vuole fare social media marketing (e nello specifico, storytelling) per la propria struttura.

lunedì 16 febbraio 2015

Cara vecchia Newsletter, best practice per aumentare gli iscritti

Non tutti i clienti usano i social, ma è importante fidelizzare anche quelli che non lo fanno. Ecco alcune dritte per una Newsletter che funzioni

Siamo in piena era social, ma non tutti amano il web 2.0. Esiste ancora una fetta di clienti che di Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest proprio non vogliono sentir parlare. Come fare per fidelizzarli, se non possiamo parlare loro attraverso i social network? La risposta è semplice: ricorrere alla cara vecchia newsletter.
I problemi connessi all’uso di questa pratica sono noti: occorre raccogliere gli indirizzi email, e nel farlo è necessario rispettare le normative vigenti in tema di privacy. Tuttavia, se usata nel modo giusto, anche una newsletter può portare buoni risultati.
Innanzitutto, occorre promuovere l’iscrizione. E occorre farlo sia off line (con coupon alla reception, o chiedendolo a voce) che on line (con link sul sito, sulla Pagina Facebook, sul Blog) che rendano l’iscrizione stessa un processo immediato ed intuitivo. Per incentivare l’iscrizione, è poi opportuno fornire stimoli, per esempio fare leva sul principio di scarsità e promettere promozioni uniche riservati agli iscritti, nonché contenuti speciali e sempre nuovi. E’ anche suggeribile fornire a tutti un’anteprima dei contenuti riservati agli iscritti.
Assolutamente consigliabile, inoltre, inserire nella Newsletter i badge per condividerne il contenuto sui social (anche tra gli iscritti alla Newsletter ci sarà pur qualche cliente social), al fine di aumentare il pubblico e ottenere nuovi iscritti (e clienti).
Per quanto riguarda le uscite, infine, vien da sé che è fondamentale pubblicare con regolarità (sempre lo stesso giorno della settimana, preferibilmente alla stessa ora), e seguire un piano editoriale per quanto riguarda contenuti ed argomenti.
Insomma, facendo le cose per bene è possibile “agganciare” e fidelizzare anche i clienti non social. Non resta che mettersi al lavoro.

Twitter trova l’accordo con Google: tweet tra i risultati delle SERP

Il social dei cinguettii e il colosso di Mountain View insieme per far apparire i tweet tra i risultati del motore di ricerca

Nei piani alti di Twitter si mugugnava da tempo. Prima il sorpasso da parte di Instagram per quanto riguarda il numero di utenti. Sorpasso che ha tra l’altro riportato alla luce un problema cronico del social dei cinguettii: al di là dello zoccolo duro di twittatori storici ed incalliti, c’è un grande numero di account inattivi, che in alcuni casi non hanno mai twittato. E il numero totale degli iscritti fatica a crescere. Poi, come se non bastasse, è arrivata la tegola delle dichiarazioni di Dick Costolo (qui ), che di Twitter è chief executive, a rigirare il coltello nella piaga del fenomeno troll e haters: “troppi attacchi on line, ormai siamo lo sfogatoio di violenti e frustrati”, dichiara Costolo. Che poi prosegue: “siamo incapaci di fermare i troll, me ne vergongo”. Un fenomeno che, tra l’altro, avrebbe il poco desiderabile effetto collaterale di allontanare una fetta considerevole di utenti.
Di fronte ad un quadro del genere, è legittimo chiedersi se valga la pena investire tempo per inserire Twitter nel piano di social marketing della propria struttura. E la risposta continua ad essere sì. Per superare le varie magagne, e soprattutto per far crescere il numero di utenti, Costolo e soci hanno infatti puntato al bersaglio grosso: Google. L’accordo stipulato col colosso di Mountain View prevede infatti che i tweet compariranno nelle SERP, ovvero nei risultati del motore di ricerca. Nei piani di Twitter, è questo il modo migliore per attirare nuovi utenti. Dal punto di vista di chi fa social media marketing, tutto ciò si traduce in un nuovo motivo per cinguettare: la visibilità. Via dunque ai tweet, usando le parole giuste per finire nelle SERP di Google.

lunedì 9 febbraio 2015

Quick Promote, il nuovo modo di sponsorizzare i tweet di successo

La nuova feature di Twitter Ads permette di raggiungere un pubblico più ampio “in due click”

Lo avevano annunciato lo scorso novembre ed ora è arrivato: Quick Promote è il nuovo servizio lanciato da Twitter per promuovere un tweet che sta già avendo un buon risultato come contenuto organico. Il tutto, come dicono quelli dell’uccellino blu, “in due semplici click”.
La funzionalità è integrata nell’Analitycs di Twitter, ovvero nello strumento dove monitorare le performance dei propri tweet. Una volta individuati i tweet che stanno ottenendo buone performence come contenuto organico, ovvero non a pagamento, è ora possibile far sì che raggiungano un pubblico più vasto rispetto ai propri follower, trasformandoli in tweet sponsorizzati. Quelli di Twitter assicurano che il pubblico che visualizzerà il tweet sponsorizzato sarà adeguatamente profilato.
La nuova feature appare piuttosto semplice ed immediata. E’ sufficiente impostare il proprio budget di spesa, e la campagna può partire. Qui di seguito, il video di lancio di Quick Promote da parte di Twitter.

TheFork, l’app per prenotare al ristorante di Tripadvisor

Il colosso delle recensioni on line lancia il nuovo servizio anche in Italia. 5000 ristoranti già prenotabili

5000 ristoranti già prenotabili tramite il sito o la app, con l’obiettivo di arrivare a 7500 entro fine 2015; 300 milioni di euro di fatturato globale portati a 20 mila ristoranti sparsi nei vari Paesi dove il servizio era già attivo nel 2014. Sono i numeri con cui si presenta in Italia TheFork, la piattaforma per la prenotazione on line dei ristoranti di Tripadvisor già attiva in Francia, Belgio, Svizzera e Spagna.
Per mettere in piedi il servizio, il colosso delle recensioni on line ha acquistato le startup restOpolis e Mytable.it, portali italiani di e-booking di ristoranti, quindi le ha fuse e integrate in TheFork
Il nuovo servizio permette agli utenti di scegliere il ristorante in base alla zona, ai prezzi, alla disponibilità, al tipo di cucina e alle recensioni degli altri clienti (solo coloro che hanno già prenotato), con la possibilità di vedere i menù, usufruire di offerte speciali e sconti alla cassa (senza bisogno di coupon) e guadagnare punti fedeltà. Il servizio è gratuito per gli utenti, ma a pagamento per i ristoranti, con tariffe che variano in base a tipologia e fascia di prezzo.
Così si è espresso su TheFork Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi: «La collaborazione con TheFork nasce in realtà da un litigio con TripAdvisor, con il quale in passato la Fipe ha avuto problemi collegati alle recensioni online inventate che avevano suscitato diversi disagi e malumori nei ristoratori. Da qui è partito un rapporto di collaborazione da entrambe le parti, che si è concretizzato nel commento rispettoso e non vittorioso di Fipe in merito alla recente sanzione a TripAdivisor da parte dell’Antitrust».
«Se il digitale è il futuro», ha aggiunto Sonia Re, direttore generale dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani, «ogni ristorante dovrebbe avere un sito efficace e ben posizionato nei motori di ricerca, un’app mobile e un sistema di prenotazione online». «Tutto ciò - ha rilevato però Re - è spesso al di fuori delle competenze dei cuochi e ristoratori, nonché economicamente complicato. Per questo abbiamo abbracciato la piattaforma, che permette di gestire le prenotazioni di sfruttare il passaparola digitale e offrire un servizio oggi imprescindibile ai potenziali clienti».
Insomma, con TheFork Tripadvisor sbarca di prepotenza nel mondo delle prenotazioni on line dei ristoranti. Quella che viene presentata come una nuova opportunità per i locali pare però avere il rovescio della medaglia, ovvero l’ennesima intromissione di un intermediario (e che intermediario, visto che di mezzo c’è Tripadvisor) nel rapporto gestore-cliente. La lotta per la disintermediazione potrebbe quindi allargarsi ad un nuovo fronte: non resta che rimanere vigili e aggiornati.

martedì 3 febbraio 2015

Facebook lancia i Place Tips

Sono suggerimenti personalizzati sui luoghi nelle vicinanze, e saranno presto disponibili sulle app mobile.

Che il marketing di prossimità stia diventando sempre più importante, lo abbiamo scritto e ribadito. E a confermarlo arriva ora anche Facebook, che lancia i suoi place tips. In pratica la nuova feature, disponibile sulle app mobile, fornirà agli utenti informazioni sui luoghi interessanti nelle loro vicinanze: locali, ristoranti, negozi. E quel che più conta, ogni suggerimento sarà personalizzato, ovverò si baserà sui gusti e le preferenze del singolo utente, che Facebook ovviamente conosce a menadito grazie alla profilazione. Insomma, pare proprio che quelli di Foursquare debbano iniziare a preoccuparsi.
Per funzionare, la feature ha ovviamente bisogno che il GPS del dispositivo sia attivo. E la funzione stessa sarà comunque disattivabile dall’utente. In caso contrario, i suggerimenti compariranno in cima al news feed.
Altro dato interessante, i “tips” potranno mostrare all’utente anche immagini scattate dai suoi amici che sono già stati in quel posto, nonché news, offerte o eventi in arrivo provenienti direttamente dalla Fan Page ufficiale del locale.
A Menlo Park dicono che Place Tips sarà presto attiva su tutte le app. Chi fa social media marketing per la propria struttura farà bene a tenerne conto: si tratta di una funzionalità tutta da sfruttare.

Web writing, regole e suggerimenti

Scrivere per il web è profondamente diverso rispetto a farlo per una brochure. Ecco alcune dritte.

Pochi lo sanno, ma in media la lettura di un sito da pc, tablet o smartphone, è più lenta del 25% rispetto alla lettura su un supporto cartaceo, che sia un libro, una brochure o un depliant. Per questo, nell’esperienza digitale l’occhio, che si stanca prima, tende a cercare le informazioni
principali, tralasciando ciò che reputa superfluo.
Vien da sé che per avere una comunicazione efficace sul web occorre tenere bene a mente queste caratteristiche, ed agire di conseguenza. Il rischio, piuttosto alto, è che il lettore, alias potenziale cliente, si stufi di ciò che gli stiamo dicendo, e con un click o un tocco delle dita se ne vada a cercare altri contenuti.
Come deve essere, dunque, il web writing? Innanzitutto, non bisogna tirarla per le lunghe. Occorre essere concisi ed andare al sodo con le informazioni concrete che possono essere utili a chi ci ha cercato (e spesso ci ha cercato proprio per quelle). Gli autoelogi alla propria struttura non servono, tanto meno gli elenchi interminabili di aggettivi roboanti. Piuttosto, conviene puntare tutto su ciò che rende unici, sulle caratteristiche e peculiarità della propria struttura. Sono quelle, dopotutto, che ci differenziano dalla concorrenza e fanno sì che l’utente scelga noi piuttosto che un altro.
Conoscere desideri e aspettative di chi ci cerca è, ovviamente, un altro aspetto cruciale. Ovvero: sapere chi è e cosa vuole il nostro pubblico. Se lo sappiamo, ci sapremo regolare di conseguenza.
Se refusi ed errori sono da evitare come la peste (rileggere sempre non una, ma due volte prima di pubblicare), anche un testo troppo elaborato, con una sintassi complessa ed il ricorso a termini ricercati, rischia di trasformarsi in un boomerang. Meglio frasi brevi e l’utilizzo di un registro colloquiale, facilmente accessibile da tutti.
Non bisogna dimenticare, infine, che anche Google apprezza un testo ben scritto (http://pro-muoviti.blogspot.it/2014/12/google-aiuta-chi-scrive-bene.html), portandolo in alto nelle SERP.
Insomma, che si tratti del sito della struttura, del blog o della pagina Facebook, tenere a mente queste semplici regole può fare la differenza tra perdere un potenziale cliente, o guadagnarlo.