lunedì 17 febbraio 2014

Facebook: sempre più dura avere visibilità

L’algoritmo che rende più o meno visibili i post delle pagine cambia ancora e penalizza testi lunghi e link che portano all’esterno

Che la vita per le Pagine fan si stesse complicando, lo sappiamo da un po’ (http://bit.ly/1bcZE1G ). Zuckerberg e i suoi stanno limitando sempre di più la visibilità dei contenuti per spingere i gestori delle pagine a mettere mano al portafogli e ricorrere alle soluzioni a pagamento, come le inserzioni pubblicitarie ed i post sponsorizzati.
Anche le ultime modifche dell’algoritmo che crea i newsfeed vanno in questa direzione. Questa volta, però, conoscendo le novità introdotte, è possibile adottare delle contromisure per aumentare la visibilità dei propri contenuti in maniera gratuita.
La prima modifica non è certo una novità: a Menlo Park intendono dare sempre maggiore visibilità ai contenuti visuali. Abbiamo più volte sottolineato il potere delle immagini nella comunicazione social. Gli utenti dei social network, del resto, preferiscono i contenuti che si afferrano alla prima occhiata, che catturano immediatamente l’attenzione mentre si scorre la propria bacheca, magari da smartphone. Ebbene, pare che da oggi i post che contengono anche un contenuto visuale, vengano “spinti” nelle timeline degli utenti molto di più rispetto ai contenuti puramente testuali. Ora che lo sappiamo, però, possiamo facilmente correre ai ripari: basta evitare di pubblicare post fatti di solo testo, bensì allegare sempre un’immagine. Un po’ come succede, ad esempio, per gli articoli di giornale. Ancora meglio, poi, ricorrere ad un contenuto visuale che ospita al proprio interno il testo: è una soluzione chiara, concisa, d’impatto.
La seconda modifica all’algoritmo è altrettanto importante: Facebook d’ora in avanti penalizza i post che contengono link esterni. Il social in blu, come tutti del resto, desidera che i propri utenti restino al suo interno il più a lungo possibile, in modo da poter far loro visualizzare il maggior numero possibile di inserzioni pubblicitarie. Ogni link che porta fuori dal social network è visto come una potenziale minaccia a questo scopo. Ed il post che lo ospita viene, di conseguenza, penalizzato. Tutto questo si applica, ovviamene, ai contenuti pubblicati gratuitamente, e non vale per le inserzioni pubblicitarie ed i post sponsorizzzati.
Anche in questo caso, tuttavia, conoscere il problema ci porta a trovare una soluzione, anzi due. Se si vuole comunicare, ad esempio, una particolare promozione in atto nella propria struttura ed aggirare il problema del link esterno, è infatti possibile:
- Includere i termini della promozione nel post ed invitare gli utenti interessati a contattarci direttamente, senza mettere link che portano all’esterno.
- Oppure (meglio) pubblicare non uno, ma più post. Nel primo si spiega in cosa consiste la promozione, e si allega un link che porta al nostro sito aziendale per maggiori informazioni, prenotazioni, ecc. Questo post contenente un link esterno verrà penalizzato? No problem: in seguito, pubblicheremo una serie di post di lancio della notizia (qui abbiamo visto quanto è importante: http://bit.ly/1iFwgRQ ), che conterrano il link al primo post. Con frasi ad effetto cercheremo di far incuriosire il lettore, e lo inviteremo a cliccare sul link, che come detto non porta all’esterno, bensì ad un post precedente, per avere maggiori informazioni.
La seconda tecnica, sebbene più laboriosa, permette di “fregare” Zuckerberg ed i suoi sacrificando il primo post, e puntando tutto sulla visibilità di quelli successivi che, come desiderano a Menlo Park, contengono solo link interni a Facebook.
Insomma: come sempre nell’ambito del social media marketing, le novità si succedono a ritmo continuo. Non resta che rimanere aggiornare, e sperimentare.

Immagini accattivanti: ecco come

Alcuni strumenti permettono di rendere le proprie fotografie ancora più “cool” ed adatte per i social network

Tutti conoscono Instagram, il social delle immagini in stile vecchie Polaroid che, tramite una serie di filtri e cornici dall’effetto vintage, come il classico seppia, permette di rendere una fotografia particolarmente suggestiva e quindi perfetta per ottenere attenzione, “mi piace” e condivisioni sui social network.
Bene: non tutti, però, sanno che Instagram non è l’unico strumento che possiamo utilizzare per migliorare la resa delle nostre immagini. Per farlo da pc, ad esempio esiste Paint.net, una sorta di evoluzione del Microsoft Paint che lo rende molto più potente ed efficace, avvicinandolo a strumenti decisamente più sofisticati, come Photoshop, pur restando più facile ed intuitivo da usare.
Qualcosa di simile si può fare utilizzando Canva. Ci si può loggare utilizzando il proprio account Facebook, ed è perfetto per elaborare immagini da pubblicare sui social o sul proprio blog. Al momento l’applicazione è ancora in versione beta, me è possibile inviare una richiesta per essere messi in lista d’attesa.
LiveLuvCreate è un portale che permette di creare immagini scegliendo tra una vasta gamma di opzioni, layout, effetti, cornici. Si può modificare l’immagine di base caricandola dal proprio device, oppure scegliendola tra quelle proposte dal sito.
PikMonkey, infine, è un potente editor per immagini. Ne esistono due versioni: una gratuita, che comunque fornisce già una buona quantità di possibilità grafiche; ed una a pagamento, ovviamente molto più ricca. Particolarmente indicato per le immagini da condividere sui social network.
Insomma: gli strumenti per elaborare i proprio contenuti visuali, come si può notare, non mancano, così come la possibilità di “giocarci” per ore, prendendoci confidenza per capire qual è quello che fa al caso nostro.

lunedì 10 febbraio 2014

E se aprissi un blog?

Sebbene impegnativo da gestire, il blog può essere un’arma in più per il social media marketing. Ad alcune condizioni

L’idea, di solito, spaventa un po’. Aprire un blog comporta tempo, fatica, attitudine alla scrittura e alla comunicazione. Di cosa parlare? E come fare per indurre i clienti – o potenziali tali – a leggerlo?
E’ indubbio che le difficoltà non manchino. Ma se, in qualche modo, ce lo si sente “nelle corde”, il blog può essere un interessante strumento in più a disposizione di chi fa social media marketing per la propria struttura. Con alcuni, semplici accorgimenti.
Innanzitutto, com ‘è ovvio, non ha senso aprire un blog se in azienda non c’è nessuno con il tempo e l’attitudine per scriverlo e gestirlo. Ma se questa figura esiste, la domanda successiva è: di cosa parliamo?
Questo è il punto centrale. Scrivere, banalmente, della storia e del quotidiano della propria struttura rischia di rendere il blog poco interessante: per quello, per le foto e tutto il resto, esistono già Facebook e gli altri social.
Ma allora, di cosa conviene parlare, nel proprio blog? La risposta è contenuta in un solo aggettivo: di qualunque argomento, purché sia utile. Nel web 2.0 siamo costantemente bombardati da contenuti, news, informazioni, promozioni, pubblicità: è sempre più difficile catturare l’attenzione del lettore, che spesso si sofferma là dove scorge qualcosa che, appunto, reputa interessante perché gli può tornare utile.
Abbiamo qualcosa di utile da comunicare ai nostri clienti? Dipende. Potrebbe anche darsi che no, non ce l’abbiamo. In quel caso, probabilmente, è meglio lasciar stare l’idea del blog.
Spesso, però, anche se non ci viene in mente subito, qualcosa di interessante da dire ce l’abbiamo. E si tratta, quasi sempre, di argomenti precisi e circoscritti.
La struttura ricettiva si trova vicino ad un parco naturale, un fiume, un bosco? Perfetto: nulla di meglio che raccontare l’avvicendarsi delle stagioni, il fiorire degli alberi in primavera, la varietà dell’avifauna, il passaggio delle specie migratorie. Non mancherà una community di appassionati di camminate nella natura o di byrdwatching che seguirà con interesse le nostre news per sapere quando venirci a trovare.
Siamo in una zona dove si pratica la ricerca del tartufo? Bene: il nobile tubero merita sicuramente un blog interamente dedicato a lui – se non ci credete, provate a cercare su Google le parole tartufo e blog: dalle tecniche di ricerca, alle storie degli anziani cercatori e dei loro cani, dalle varietà di tartufo, alle ricette, alle regioni italiane ed europee dove si può trovare il profumato tubero: gli argomenti non mancano, sono spesso curiosi e attraggono l’attenzione del gourmet appassionato.
La stessa impostazione può avere il blog di una struttura che sorge in una zona dove si pratica attività venatoria. Per non parlare delle aziende dove, oltre all’attività ricettiva, si produce qualcosa: vino, olio, formaggio, frutta e verdura. In questo caso, ciò che facciamo non chiede altro che di essere raccontato.
Infine, il classico dei classici: per chi fa ristorazione, raccontare i propri piatti e le proprie ricette costituisce un successo sicuro.
Insomma: gli argomenti utili di solito non mancano, purché ci sia qualcuno che si prenda l’onere di scriverne. A questo punto, ovviamente, subentrano i problemi più tecnici. Uno su tutti: dove aprire il blog?
Le piattaforme a disposizione sono molteplici: da blogspot a wordpress a tumblr. Difficile individuare a priori quale faccia al caso nostro. Tutte, in compenso, sono piuttosto intuitive e facili da usare. Conviene provare, e scegliere quella che si addice di più alle proprie esigenze.
Ben presto, ci si accorgerà che un blog consente una libertà d’espressione sconosciuta ai social. Possibilità di creare contenuti multimediali, di linkare rimandi ad altre fonti, esterne o interne al blog stesso, di aggiungere tag ai contenuti, in modo da etichettarli per contenuto e favorirne la ricerca: un blog è un vero e proprio sio web dinamico.
A questo punto, l’ultimo dei dubbi: come fare per indurre i clienti, o potenziali tali, a visitare il blog? Ed ecco che finalmente entrano in scena i social: la pagina Facebook della struttura, il suo profilo Twitter, Instagram, Pinterest costituiscono, i nostri principali bacini di lettori. Diventa quindi fondamentale, ogni qual volta si pubblica un nuovo articolo sul blog, linkarlo sui social network. Senza dimenticare l’importanza di un adeguato lancio della notizia ed il fatto che modalità ed orari migliori per lanciare un contenuto possono variare da social a social: i risultati non tarderanno ad arrivare.
Insomma, la ricetta è la solita: i contenuti devono essere di qualità, e diffusi in modo efficace. Per il resto, come al solito, non resta che provare, sperimentare e innovare.

Content marketing: cosa fare e come farlo

L’attenzione ai contenuti è il mantra del momento per chi fa social media marketing. Ecco alcune regole

Lo abbiamo già detto e ripetuto qui : la nuova frontiera del social media marketing è essere utili, dire cose interessanti.
Bene: ma come farlo? Qui di seguito, ecco tre spunti di base del content marketing.
Come sempre, può essere utile trarre insegnamento dal mondo della pubblicità: ebbene, da tempo questa cerca di creare, attorno ai prodotti o ai servizi che promuove, delle vere e proprie community di fedeli. Creare una community dei nostri clienti, o potenziali tali, e non dimenticare mai che, quando si dice qualcosa, lo si dice a questa community: è questa, la prima regola del content marketing.
La seconda, del resto, ne consegue in modo automatico: chi sono le persone che compongono questa community? Le conosciamo? Sappiamo cosa vogliono, per cosa si appassionano? Maggiore è la nostra conoscenza di questi aspetti, più saremo bravi a coinvolgerli. Bene quindi ricorrere a sondaggi, chiedere, intervistare i lettore per capire cosa vorrebbe da noi. Maggiore è la conoscenza reciproca, migliore sarà il tasso d’interazione e, di conseguenza, il ROI (Return of Investment) dei nostri sforzi.
Ancora: non sottovalutare l’importanza del lancio della notizia, ottimizzando modi e tempi per ogni social. I risultati, in termini di visualizzazioni , interazioni e, si spera, conversioni, possono variare in maniera notevole.
Il content marketing, ovviamente, non è tutto qui: si tratta di un argomento molto vasto.
Ci torneremo presto.

lunedì 3 febbraio 2014

L’arte di lanciare le notizie

Nel social media marketing avere cose da dire è importante, ma stimolare il cliente a leggerle lo è altrettanto.

E’ una regola universale: la qualità paga. Nei servizi offerti da una struttura, come nei contenuti pubblicati sui social per promuovere la propria attività. Ed è anche uno dei mantra degli ultimi aggiornamenti di Google: ad essere premiati, sono i contenuti di qualità. Originali, innovativi, utili. Quelli, insomma, che spingono il lettore – cliente della struttura, o potenziale tale – a cliccarci su per saperne di più, e magari a inviare una e mail per richiedere informazioni o per prenotare.
Giusto, giustissimo. Ma pubblicare contenuti di qualità, da solo, non basta. Oggi, infatti, viviamo costantemente connessi ed immersi in un flusso continuo di informazioni, promozioni, pubblicità, stimoli di ogni genere. La bacheca di Facebook e la TL di Twitter finiscono con lo scorrere sempre più velocemente, senza che qualcosa catturi davvero la nostra attenzione.
Per questo, diventa sempre più importante il modo un cui si lancia una notizia, un contenuto. La maniera in cui lo si presenta al pubblico, può davvero fare la differenza, oggi.
Facciamo un esempio. Nel nostro locale è appena arrivato un nuovo cuoco. Sta rinnovando lo stile della cucina, con soluzioni originali e piatti di qualità. Si tratta di un’informazione importante, da condividere con chi ci segue. Decidiamo quindi, con una buona idea, di realizzare una breve intervista con lui, da pubblicare sul sito e linkare poi sui social network, per attirare visite.
A questo punto, ciò che può fare la differenza è il modo in cui lanciamo la notizia. Un conto è, per esempio, accompagnare il link con un banale e piatto “Vi presentiamo il nostro nuovo cuoco”. Ben altro esclamare entusiasti “Passione, competenza e originalità: rivoluzione in arrivo a – segue nome del locale”.
La differenza d’appeal tra il primo lancio e il secondo appare abbastanza evidente, al pari della diversa capacità di attirare click e visite al sito della struttura.
Questa tecnica, se possibile, assume una rilevanza ancora maggiore su Twitter, dove ci si gioca tutto in poche parole: tolto il link alla news sul sito (che si può abbreviare utilizzando servizi come bitly.com), restano non più di 120 caratteri. Fondamentale scegliere i termini giusti.
Del resto, si tratta di una tecnica utilizzata da sempre dai titolisti dei giornali per attirare le vendite (una volta c’erano pure gli strilloni ai lati della strada). Bene: oggi, chi fa social media marketing per promuovere la propria struttura, in fondo, diventa proprio il giornalista della propria attività. Ed i titoli, già importanti sui giornali, lo sono ancora di più sui social network.

Social sharing e turismo, le tendenze del momento

Uno studio pubblicato da Gigya evidenzia quali sono i social network più utilizzati per condividere le proprie esperienze di viaggio

Molte conferme, e qualche sorpresa. Sono questi i risultati della ricerca effettuata da Gigya (http://blog.gigya.com/) sulla condivisione delle esperienze di viaggio da parte degli utenti sulle diverse piattaforma social. Lo studio prende in esame il trimestre che va da luglio a settembre 2013, ovvero l’ultimo periodo vacanziero, e ne confronta i dati con quelli relativi al periodo precedente, cioè il secondo trimestre dello stesso anno.
Facebook si conferma dominatore assoluto del settore, passando dal 58% al 61%. Bene anche Twitter, che passa dal 13% al 14% e, pur nel suo piccolo, Google+. Soprende invece il calo di Pinterest, che passa dal 17% al 14%. A proposito di Pinterest, quelli di Gigya hanno scoperto che, scorporando i dati per aree geografiche, il social dei Pins sta andando molto bene in Nord America, ma che resta un fenomeno piuttosto marginale in Europa.
Un’informazione comunque interessante: se tra i clienti della nostra struttura, o nel nostro mercato di riferimento, c’è il Nord America, ora sappiamo che vale la pena investire tempo ed idee in Pinterest.
Per, il resto, dai dati giungono molte conferme. Nonostante le previsioni infauste di chi periodicamente ne predice la fine, Facebook pare più che mai in buona salute: per il momento resta lui, il re dei social network. Anche e soprattutto per condividere le proprie esperienze di viaggio.