venerdì 25 gennaio 2013

La rivoluzione di Facebook: il Graph Search


E’ pronto il nuovo motore di ricerca del re dei social network: cosa cambia per il marketing turistico?

Rivoluzione in casa Facebook: la scorsa settimana, il popolare social network ha lanciato il proprio innovativo motore di ricerca interno, denominato Graph Search. Si tratta probabilmente della novità più rilevante dai tempi dell’introduzione della Time Line. Cerchiamo di capire in cosa consiste, e cosa può comportare per chi fa marketing tramite una fan Page.
Graph Search è al momento disponibile per un limitato numero di utenti statunitensi, ma in breve sarà accessibile a tutti. Si tratta di un vero e proprio motore di ricerca che consente di effettuare ricerche molto dettagliate all’interno di Facebook. Sarà possibile, in pratica, effettuare ricerche per persone, aziende, luoghi, interessi, inserendo una o più parole chiave, proprio come accade oggi con Google. L’aspetto rivoluzionario del Graph Search, rispetto ai classici motori di ricerca, consiste nel fatto che permette di eseguire ricerche mediante un lessico molto naturale ed intuitivo per l’utente. Se, per esempio, un utente inserisce nel motore di ricerca la frase “i miei amici che hanno i miei interessi”, e tra gli interessi di quell’utente Facebook sa che compaiono, per esempio, “enogastronomia”, “trekking” e “vino”, Graph Search mostra nei risultati tutti gli amici che condividono quegli stessi interessi.
Fin qui è legittimo pensare “bello”, ma nulla più. Molto più interessante, però, è una ricerca effettuata per luoghi. Se infatti l’utente digita per esempio “ristoranti a Milano che piacciono ai miei amici”, tra i risultati compaiono le Fan Page di quei ristoranti milanesi che hanno ricevuto il “mi piace” dagli amici dell’utente. Se la ricerca è “Hotel in Liguria che piacciono ai miei amici e ai loro amici”, i risultati mostrano le Fan Page degli hotel della riviera ligure che a cui non solo gli amici, ma anche gli amici degli amici, hanno messo il like. Inutile sottolineare come il discorso si faccia decisamente più intrigante.
Ma dove risiede, nel dettaglio, l’aspetto rivoluzionario del Graph Search? Consiste, in sostanza, in un vero e proprio ribaltamento dei principi su cui Facebook si basa per incentivare gli utenti a creare connessioni. Finora, infatti, il marketing sul social network ha fondato il proprio successo sulla capacità di intercettare la cosiddetta domanda latente: se anche in un preciso momento un utente non è interessato a fare una vacanza in Liguria, il fatto di notare che un proprio amico ha cliccato “mi piace” ad un hotel ligure, è un ottimo incentivo a tenere in considerazione quell’hotel per il momento in cui sarà ora di andare in Liguria, perché ci si fida del parere dei propri amici, e perché quel “mi piace” esprime un apprezzamento disinteressato, e quindi sincero (concetto di riprova sociale). E’ un ottimo sistema, ed il successo del social marketing lo testimonia. Il suo problema è che si basa appunto sulla domanda latente, non intercetta cioè (o lo fa in piccola parte) i bisogni immediati dell’utente.
Il Graph Search va invece proprio in questa opposta direzione, ovvero intercetta la domanda consapevole, i bisogni degli utenti nel momento preciso in cui si manifestano.
Cosa cambia per chi fa marketing su Facebook? Premesso che occorrerà attendere il momento in cui il Graph Search sarà disponibile anche da noi per esplorarne e comprenderne appieno le funzionalità, un aspetto appare evidente: costituisce un ottimo motivo in più per continuare a far conoscere la propria struttura su Facebook, incentivando le interazioni, i commenti e i “mi piace” da parte dei clienti-fan. Il risultato non potrà che essere un ulteriore guadagno in termini di visibilità per la propria attività.

Il potere delle immagini


Una strategia vincente di social marketing consiste nel condividere contenuti che
suscitino emozioni. Difficile pensare a qualcosa di più evocativo di un’immagine azzeccata: ecco alcuni consigli.

Un’immagine comunica più di mille parole. E’ un luogo comune forse un po’ abusato, ma come tutti i luoghi comuni, nasce da una semplice verità. E’ risaputo che una strategia efficace di social marketing si fonda su una comunicazione informale, divertente, lontana dal mondo patinato delle brochure, e soprattutto in grado di evocare emozioni: in questo, le immagini sono spesso imbattibili.
I colossi dei social network lo hanno compreso da tempo: l’anno scorso Facebook ha acquisito per una cifra importante Instagram, il social delle fotografie che permette di condividere immagini con un format ed una serie di filtri che le rendono simili a quelle scattate con le vecchie Polaroid. Pinterest (di cui abbiamo parlato qui) deve il proprio successo al fatto che gli utenti possono condividere le proprie passioni semplicemente tramite immagini. Diversi studi sullo stesso Facebook indicano che i post con immagini divengono statisticamente più popolari (like, commenti e condivisioni) rispetto a quelli composti dal solo testo.
Oggi, inoltre, il fatto di avere in tasca uno smartphone permette a chiunque, in qualsiasi momento, di scattare una foto e soprattutto di condividerla con i propri amici, ovunque ci si trovi.
Bene, ma come dev'essere una comunicazione visuale per risultare efficace? Innanzitutto, come detto, il taglio non deve essere quello patinato delle brochure o del sito istituzionale. Non serve rivolgersi ad un fotografo professionista, con tanto di obiettivi, lenti e luci, per avere un set di foto accattivanti. Anzi, può essere perfino controproducente, in quanto rischia di fornire un’immagine ingessata ed artefatta ai nostri fan. Che invece apprezzeranno molto di più una foto scattata con uno smartphone, in cucina, che ritrae la brigata indaffarata a spadellare e a preparare piatti. Ecco una delle prime regole per scattare immagini efficaci: ritrarre persone, volti, anche (anzi, soprattutto) ripresi “al volo”, in maniera dinamica, in modo da suggerire il senso del lavoro e della passione che stanno dietro alla nostra struttura. Gli scatti dietro le quinte sono sempre apprezzati, anche quello che ci ritrae imbrattati di colori in veste di imbianchini in cima ad una scala traballante mentre coloriamo di fresco una camera per gli ospiti. Cosa c’è di più simpatico, divertente e, in fondo, emozionale?
Se gli scatti della “truppa” sono i benvenuti, lo stesso vale per le immagini dei clienti. Una tavolata di persone felici e sorridenti durante un brindisi è un’ottima fotografia. Chiediamo loro il permesso di condividerla sui social network: nella maggior parte dei casi saranno loro stessi ad andarla poi a cercare, a commentarla, condividerla e ad innescare così il passaparola automatico tra i loro amici.
Ancora: se un cliente ha appena scattato una bella fotografia e l’ha pubblicata su Facebook, perché non chiedergli il permesso di condividerla? Se le immagini realizzate da noi sono efficaci, quelle dei nostri clienti lo sono ancora di più, in quanto assolutamente spontanee e disinteressate.
L’ironia, poi, è un’altra leva che conviene sempre utilizzare. State preparando un barbeque a bordo piscina ed il micio si aggira famelico sotto la griglia, attratto dal profumo delle braciole? Prima di fargli notare che quella non è la sua cena, non perdete l’occasione di immortalarlo in un’immagine, da pubblicare con un commento ironico: “nemmeno i nostri mici resistono al profumo del barbeque serale a bordo piscina”. Funzionerà.
Se infine la vostra struttura propone attività sportive, di qualsiasi tipo, cercate di effettuare scatti che diano l’impressione del movimento: un appassionato di mountain bike lanciato lungo il sentiero seguito da una colonna di polvere, una ragazza che cavalca nel vostro maneggio con il cavallo al trotto, un ragazzino che si tuffa in piscina immortalato in volo, con gli schizzi d’acqua, sono immagini infinitamente più comunicative di una bici appoggiata allo steccato, di un cavallo che bruca o di una piscina con le persone che prendono il sole: il movimento comunica vitalità, passione, entusiasmo: in una parola, comunica emozione.
Insomma, come sempre, ciò che conta è essere creativi, informali, ironici. E dare potere alle immagini.

venerdì 18 gennaio 2013

Pinterest, il social network dei desideri


Divenuto popolare nel 2012, permette di condividere prodotti, servizi e
viaggi che ci piacciono. Può servire alla nostra struttura?

E’ nato nel 2010, ed il nome deriva dall’unione dei termini inglesi Pin (appendere, o anche puntina, con riferimento ad una bacheca) e Interest, interesse. I suoi ideatori hanno avuto l’intuizione di creare un “Social Network delle immagini” che permettesse ad ogni utente di creare un catalogo on line delle proprie ispirazioni. Oggi Pinterest (www.pinterest.com ) è tra i 100 portali più visitati al mondo, ed i numeri continuano a crescere. Ha avuto un autentico boom lo scorso anno, grazie all’immediatezza di utilizzo, alla possibilità di collegarne l’account con quelli Facebook, Twitter e Flickr, e ad una formula fresca ed accattivante. Ma la vera domanda è: può essere utile alla nostra struttura?
Per cercare di capirlo, vediamo come è fatto. Eseguita l’iscrizione, ci si trova nella home page, che presenta una bacheca di immagini dal mondo. Come detto, i contenuti visuali riguardano un po’ tutto: prodotti come auto e moto, paesaggi di luoghi esotici, elementi d’arredo, accessori, opere d’arte, libri, album musicali… la lista potrebbe proseguire all’infinito. Per facilitare la ricerca delle immagini che ci interessano, nel menu in alto è presente la voce Categories, che contiene un menu a tendina con un’ampia scelta di aree tematiche. Cliccando invece sulla voce Populars, è possibile visualizzare le immagini appunto più popolari. Quali sono le immagini popolari su Pinterest? Sono quelle che hanno ottenuto il maggior numero di visualizzazioni, di “like” (come su Facebook) o di Repin (l’equivalente del “condividi” su Facebook o del “retweet” su Twitter: permette di condividere una specifica immagine sulla propria bacheca). Una voce particolarmente interessante è poi Gifts: passandoci sopra con il cursore compare un menu a tendina che indica fasce di prezzo: da 1 a 20 dollari, da 20 a 50, da 50 a 100, e così via. Scegliendo una fascia, si accede ad una bacheca che mostra tutti i prodotti compresi in quel range di prezzo che sono acquistabili on line: cliccando su un prodotto, si apre il sito nel quale si può completare l’ordine. Il tutto è estremamente chiaro, intuitivo e graficamente gradevole.
Già ad una prima occhiata, dunque, appare chiaro che Pinterest offre potenzialità di marketing interessanti, soprattutto con l’opzione gifts. A questo punto, il dubbio che ci assale è quello comune a tutte le attività di marketing sui social network: se anche pubblicizzo la mia struttura su Pinterest, chi lo vedrà?
Diciamo subito che da questo punto di vista, Pinterest è strutturato come Twitter: ci sono cioè follower e following, ovvero gli utenti che ci seguono, e visualizzano i contenuti da noi condivisi, e gli utenti che seguamo noi (si accede all’elenco tramite la voce following all’estrema sinistra del menu in alto). L’interesse (ed il problema) di chi intende fare marketing è, ovviamente, avere molti follower. Premesso che, come sempre, è tutt’altro che facile avere in poco tempo molti utenti che ci seguono, anche per Pinterest esistono alcuni trucchetti che ci possono dare una mano. Un primo passo può essere il collegamento tra gli account Pinterest e Facebook (o Twitter). Ciò consente di visualizzare quali amici di Facebook (o follower di Twitter) usano Pinterest, e di invitarli a seguirci anche qui. Consigliamo, come sempre, di non invitare tutti a prescindere, ma di farlo solamente con quei contatti che potrebbero davvero essere interessati, e non infastiditi, da ciò che abbiamo da offrire. In ogni caso, questo primo passo può servire per creare un primo zoccolo di follower, ed ottenere magari i primi like e repin. Fatto questo, può essere senz’altro utile condividere i nostri Pin (ovvero le immagini che pubblichiamo su Pinterest, anche su Facebook e Twitter (con moderazione: il rischio di essere percepiti come spam sui Social Network è sempre dietro l’angolo). Su Facebook, può essere opportuno installare la Pinterest app ed aggiungerla alla propria pagina: in questo modo una sezione della Fan Page diventerà una riproduzione della nostra bacheca Pinterest.
Pinterest mette poi a nostra disposizione altri strumenti per aumentare la nostra visibilità. Se da menu in alto a destra si passa il cursore sulla voce About, si apre un menu a tendina che mostra, tra le altre voci, “Pin it Button”. Cliccandoci, si accede ad una sezione che ricorda quella dei badge per le pagine Facebook: una serie di “bottoni” che è possibile incorporare nel proprio sito aziendale, o ovunque lo si voglia, che rimandano al nostro profilo Pinterest. C’è innanzitutto il Follow Button, premendo il quale l’utente diventa nostro follower su Pinterest; segue il “Pin it Button”, che permette a chi lo clicca di fare Repin di uno specifico contenuto visuale.
Oltre a questi strumenti, ancora alcune “dritte”. Innanzitutto, siate accurati nella descrizione delle immagini che pubblicate. Pinterest permette infatti di aggiungere una descrizione (di massimo 500 caratteri, che comunque non sono pochi) ad ogni fotografia. Bene: scegliete con cura i termini da utilizzare, al fine di permettere al motore di ricerca di Pinterest di trovare le vostre immagini con facilità. Usate il simbolo dell’hastag #: un po’ come su Twitter, permette di indicizzare ogni contenuto sotto una specifica categoria. Cercate poi di pubblicare immagini ad alta definizione: in un Social Network delle immagini, occorre cercare di spiccare colpendo l’occhio di chi osserva, e una fotografia in alta definizione ha sempre un effetto superiore rispetto ad una sgranata. Cercate poi ispirazione seguendo altri profili ed osservando le loro azioni. Infine, come sempre: siate creativi. Essere originali, informali e divertenti è sempre il modo migliore per distinguersi.
Siete ancora dubbiosi? Vi consigliamo, se ne avete voglia, di effettuare un’ultima prova. Andate su Pinterest e, dalla finestra in alto a sinistra, eseguite una ricerca piuttosto dettagliata e circoscritta, per esempio “Piedmont wines”. Osservate quindi la quantità delle immagini corrispondenti pubblicate su Pinterest, e soprattutto il numero dei like, dei repins e dei commenti.
Vi è venuta voglia di provare? Beh, create la vostra bacheca (Board), sotto coi Pins e buon divertimento.

Global Hotel Exchange, il primo portale senza commissioni


Lanciato nel 2012, GHE ha un indubbio vantaggio per i gestori di strutture ricettive: non chiede un centesimo in commissioni. Ma funziona?

Sono lo spauracchio di chi si affida ai portali per riempire la propria struttura ricettiva. Le commissioni, che spesso superano il 40%, rischiano di azzerare il margine di profitto da parte dell’albergatore. Perché non proporre qualcosa di completamente diverso? E’ partito da queste considerazioni Thomas Magnuson, albergatore egli stesso, per lanciare il suo rivoluzionario Global Hotel Exchange (https://www.globalhotelexchange.com/ ). Il portale non chiede un euro alla struttura. Richiede, in compenso, un piccolo contributo da parte del cliente al momento della prenotazione. Vediamo come funziona.
Innanzitutto è necessario registrarsi al servizio. Si accede quindi ad una schermata di ricerca che chiede di inserire destinazione e date del soggiorno. Il primo limite (momentaneo?) appare evidente dopo poche prove: le strutture presenti sono poche, e concentrate nelle grandi città. Tuttavia, ciò che rappresenta un problema per il cliente, può trasformarsi in un notevole vantaggio per l’albergatore: essere l’unica struttura presente in una determinata zona, garantisce infatti visibilità.
Effettuata la prima ricerca, si accede alla pagina che mostra l’elenco delle strutture. E’ possibile affinare i criteri di ricerca secondo altri parametri (fascia di prezzo, numero di stelle o altre caratteristiche come la presenza di una piscina). Cliccando su una delle strutture, si accede alla classica pagina con descrizione, immagini e mappa. Dal menu in alto a destra si accede alla lista delle diverse tipologie di camere, con le relative tariffe. Effettuata la scelta, al momento della prenotazione, appaiono chiare le condizioni:

“GHE ti permette di cambiare la prenotazione direttamente con l’hotel senza le inflessibili politiche degli intermediari.Non dovrai pagare la camera e le tasse finché non sarai arrivato in hotel, solo un costo di 2,99 $ necessario a coprire i costi sostenuti da GHE e del suo sistema di prenotazione basato su un mercato libero.”

Global Hotel Exchange specifica quindi che la camera verrà saldata direttamente alla struttura, senza anticipi. E che lascia facoltà al cliente di concordare con la medesima un cambio di date, senza penali. L’unico costo richiesto al momento della prenotazione è un pagamento di 2,99 $.
Il tutto sembra allettante, ma ha appeal agli occhi del cliente? L’impressione è che, per il momento, il sistema appaia ancora un po’ acerbo e poco convincente per richiedere la pur piccola commissione all’utente. Il portale ha per il momento scarsa visibilità, è poco conosciuto e, come detto, le strutture presenti sono poche. Soprattutto, manca un sistema di recensioni, il che costituisce innegabilmente un problema.
Gli sviluppatori tuttavia sembrano avere le idee chiare, e del resto il loro curriculum nel campo dell’hotellerie e del web marketing lascia ben sperare. Non resta che iscriversi e seguire gli sviluppi di Global Hotel Exchange: potrebbero essere interessanti.

lunedì 14 gennaio 2013

Google Hotel Finder


Il servizio del più importante motore di ricerca per cercare, scegliere e prenotare la struttura del prossimo viaggio.
Diamo un’occhiata.


Hotel Finder è il nuovo strumento di Google per la ricerca di strutture dove soggiornare. Era stato lanciato in grande stile dai vertici di Mountain View nel 2012, dopodiché il servizio è stato pressoché dimenticato per qualche mese. La novità, da qualche tempo a questa parte, è che in alcuni Paesi (non ancora in Italia) i risultati di Hotel Finder sono stati integrati nei risultati del motore di ricerca. Ciò significa che anche da noi potrebbero presto comparire i link che rimandano a Hotel Finder quando si effettua una ricerca su Google per cercare una sistemazione per il nostro prossimo viaggio.
Già ora, cliccando su  www.google.it/hotels si accede al portale. Nella classica finestra di ricerca in alto è possibile effettuare esplorazioni per area geografica, oppure per una specifica struttura. Se si opta per la prima soluzione, si accede ad una pagina che mostra sulla destra la mappa della regione, con tutte le strutture disponibili. Sulla sinistra, compare l’elenco delle stesse strutture. Cliccando su una di esse, si accede ad una home page (simile per grafica alle Pagine di Google Plus) che offre una panoramica della struttura stessa: una galleria di immagini, una descrizione con le caratteristiche ed i servizi offerti, indirizzo, informazioni di contatto (con il link al sito della struttura in posizione piuttosto visibile) e le recensioni. Dal menu sopra alle immagini è poi possibile accede ad una galleria di foto più completa, a tutte le recensioni, ad una zoommata di Google Maps che illustra la viabilità nei dintorni della struttura e la sua esatta ubicazione, nonché alla sezione camere, dove compaiono le diverse tipologie di sistemazione offerte con tanto di tariffe (al lordo e al netto delle commissioni).
Una delle caratteristiche più interessanti risiede probabilmente nel menu a tendina in alto, sotto la voce “altro”. Cliccandoci su, è infatti possibile visualizzare tutti i portali di booking su cui compare la struttura (Expedia.it, Booking.com, Venere.com, Hotels.com) con le relative tariffe. Il sistema offerto da Google pare quindi garantire una certa trasparenza delle informazioni.
Come detto, in un prossimo futuro i risultati di Google Hotel Finder potrebbero essere integrati tra i risultati del motore di ricerca in maniera organica. Per il momento, è possibile seguire le novità (e noi consigliamo di farlo) aggiungendo la voce /hotels al menu del proprio account Google. Come sempre quando ci sono di mezzo i cervelli di Mountain View, gli sviluppi potrebbero essere interessanti.

Facebook e la promozione della Pagina Fan


Chi utilizza Facebook per promuovere la propria struttura tramite una Pagina Fan spesso incontra un problema: il tempo passa, e i fan non arrivano.
Ecco qualche consiglio.

E’ uno dei casi più diffusi tra chi prova a fare marketing su Facebook: un numero di Fan irrisorio, con poche centinaia di “mi piace”. Un numero decisamente insufficiente per avere quella massa critica che permetta di avere riscontri concreti. Il tempo passa, impegnamo tempo e risorse, ci spremiamo le meningi per pubblicare contenuti interessanti, ma non c’è nulla da fare: il numero dei Fan resta lo stesso, o cresce con esasperante lentezza. Che fare?
Innanzitutto, è sempre valida la regola aurea del marketing (e non solo di quello on line): potete cucinare la torta più deliziosa del mondo, ma se non lo fate sapere a nessuno, ve la mangerete inevitabilmente tutta voi. Tradotto: i vostri clienti sanno della vostra Pagina Fan su Facebook? Sono al corrente del fatto che cliccando “mi piace” possono venire aggiornati sulle novità e sulle offerte che proponete loro? Se la risposta è no, fate mea culpa e rimediate immediatamente. Come? Seconda regola aurea: la promozione off line della Pagina Fan conta come e di più di quella on line.
Parlate ai vostri clienti della Pagina Fan, raccontate loro che esiste e che si tratta di un utile strumento per restare in contatto in modo informale, non invasivo, e per venire aggiornati sulle nostre novità. Menzionate le promozioni speciali riservate ai fan (ricordate il principio di scarsità di cui abbiamo parlato qui?). Soprattutto al momento del check out, e soprattutto con i clienti che si mostrano soddisfatti. Avete presente l’idea del gadget da regalare ai clienti che si mostrano particolarmente contenti (http://pro-muoviti.blogspot.it/2012/11/la-landing-page_30.html)? Ecco, può essere una buona idea inserire un link alla Pagina Fan, con l’invito a cliccare “mi piace”.
Oltre alla promozione “a voce”, esistono poi diversi strumenti cartacei che è possibile mettere in mostra in punti strategici all’interno del proprio locale. Perché non pensare a un cartello, anche di semplice realizzazione, con l’icona del “pollice in su” simbolo del like, un link alla Pagina, la scritta “mi piace” e magari un QR Code che rimandi alla pagina stessa, per rendere l’operazione semplice ed immediata anche tramite smartphone? Appeso all’uscita del locale o della hall, uno strumento simile ha senza dubbio un effetto. E poi ancora: se sui delpiant e le brochure della vostra struttura compare (correttamente) il link al sito web, lo stesso dovrebbe avvenire per la Pagina Facebook. Lo stesso per i biglietti da visita. Idem sulla cartellonistica da esterno, o in qualsiasi altro posto: come sempre, è importante essere creativi ed originali: l’immagine che accompagna questo articolo spiega meglio di mille parole l’efficacia di una campagna simpatica ed originale.
Rientrano nei canali della promozione off line, ovviamente, anche i Mass Media tradizionali. Se quindi fate pubblicità su riviste, quotidiani, radio o tv locali, non dimenticate di citare il link alla vostra Pagina Fan.
Se una buona promozione off line a trecentosessanta gradi porta certamente risultati incoraggianti, non bisogna tralasciare quella on line. Facebook offre la possibilità di scegliere tra decine di diversi badge da applicare al proprio sito web, per incrementarne l’integrazione con la Pagina Fan. E’ buona norma scegliere quello che meglio si adatta alle proprie esigenze, magari discutendone con il web master e con il grafico.

Oltre che sul sito, ovviamente, sarebbe opportuno inserire badge con il link alla propria Pagina ovunque ve ne sia la possibilità. Non dimentichiamo che la Pagina Fan viene indicizzata dai motori di ricerca esattamente come il sito, quindi avere una rete di link funzionanti non può che giovare all’intera presenza on line della nostra attività. E’ allora assolutamente consigliabile aggiungere il link anche all’account Twitter, se ne avete uno, o al canale Youtube.
L’insieme della promozione on line (badge e link) e di quella off line (scritta e soprattutto orale) porterà risultati, ed il numero di fan della Pagina crescerà. Ma mai abbastanza, e mai velocemente, come vorreste. La lentezza potrebbe essere snervante. Come fare per “mettere il turbo”? Un metodo c’è: e si chiama Facebook Ads. Il bello di Facebook è che è un ottimo strumento per promuovere la propria attività gratis, ma se proprio volete spenderci dei soldi, Zuckerberg e soci non si tirano certo indietro. Promuovere la propria Pagina con una campagna pubblicitaria, oltretutto, permette di superare un altro problema: i contenuti delle Pagine sono sempre meno visibili ai fan (ne abbiamo parlato qui http://pro-muoviti.blogspot.it/2012/11/la-visibilita-della-nostra-pagina.html ). I costi di una campagna su Facebook sono peraltro decisamente contenuti e alla portata di tutti.
Per terminare, c’è da essere onesti: non esiste nessuno metodo che assicuri di avere in poco tempo folle di fan in trepidante attesa delle vostre offerte e promozioni. Si tratta in ogni caso di un lavoro che richiede anni, e che dà risultati sul lungo periodo. Soprattutto, è un lavoro che non ha mai termine, perché i fan vanno intrattenuti, incuriositi e soddisfatti con contenuti sempre nuovi e interessanti, settimana dopo settimana. E’ innegabile, però, che non esiste nessun altro strumento che consenta di promuovere la propria struttura come lo permettono i Social Network.